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Chiamatelo pure Lecce operaio, speculativo, astuto. Contro una Roma obiettivamente superiore, i ragazzi di Baroni hanno usato tutte le armi possibili a disposizione. Anche quando sembrava tutto compromesso i ragazzi hanno dato il cuore, badando al sodo, fino a quando hanno avuto benzina in corpo.

 

 

Su tutti, è emerso il direttore d'orchestra, Morten Hjulmand, uomo ovunque del Lecce. Lo vedevi in difesa come in attacco, capace di lunghi lanci, così come di intelligenti fraseggi. Pure in fase difensiva era un muro invalicabile, dovendosi persino sostituire a Blin e Gonzalez oggi non al top. Con Hjulmand, bisogna menzionare anche Baschirotto e Umtiti, i quali hanno chiuso ogni pertugio, dimostrandosi impareggiabili in difesa. Umtiti era poi il regista aggiunto, in grado di dare calma e tranquillità a tutto il reparto. Poi è normale che alla fine ci sia stata sofferenza e difficoltà, ma il Lecce non ha perso mai di lucidità. Baroni ha plasmato una squadra battagliera e il pareggio finale è tutto sommato meritato. In un Via del Mare stracolmo in ogni ordine di posto, il Lecce affrontava la formazione capitolina, guidata da Mourinho, il quale schierava i titolarissimi, senza ripetere l'errore che gli è costato l'eliminazione in Coppa Italia. Pertanto, la Roma metteva insieme El Shaarawy, Abraham, Dybala e Zalewski, proponendosi in uno schieramento ultraoffensivo.
I primi dieci minuti erano però privi di tifo per lo sciopero della Nord, giocati in un clima freddo e surreale. Bastava però il gol di Baschirotto (in verità autorete di Ibanez) per riscaldare il Via del Mare. Mister Baroni schierava la consueta formazione, dove l'unico dubbio riguardava il pieno recupero di Blin, che partiva titolare. Il Lecce, come detto, dopo 7 minuti era già in vantaggio e l'incornata vincente su calcio d'angolo di Baschirotto segnava la supremazia iniziale dei padroni di casa.
Al 14' però la Roma andava vicinissima al pari con El Shaarawy per poi ottenere il rigore sul seguente angolo, realizzato da Dybala.
Dopo il pari, la Roma sembrava dominare il centrocampo e avere tanto possesso palla, ma Umtiti e Baschirotto giganteggiavano ed erano insuperabili. Appena poteva, il Lecce contrattaccava e si rendeva pericoloso soprattutto sull'out di sinistra con Gonzalez e Di Francesco.
Ci pensava poi Falcone al 42' su Abraham a salvaguardare il risultato. Lo stesso portiere giallorosso si ripeteva al 47'. Il Lecce soffriva, ma non cadeva, portandosi il pari all'intervallo. Il Lecce iniziava pure bene la ripresa ma, sul solito calcio da fermo, era ancora Falcone a salvare su Abraham, in una sfida personale, vinta dal numero uno giallorosso. Al 20' Baroni inseriva Askildsen e Persson per dare freschezza in avanti e sostituire Gonzalez già ammonito. Tre minuti dopo, si infortunava Gendrey che comunque stringeva i denti e rientrava in campo.
Il Lecce però non riusciva più a ripartire. Allora Baroni metteva anche Banda sostituendo Strefezza, e, al posto di Gallo, infortunatosi, inseriva Pezzella. Il Lecce chiudeva la gara senza troppi patemi d'animo con Banda in evidenza nel finale, vera spina nel fianco per gli avversari. Alla fine la Nord giustamente cantava: Vi vogliamo così e il Lecce riprende a volare e a sognare, fermando un'altra big del Campionato.

 

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