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Protagonista anche lui della tredicesima promozione del Lecce. E questa volta in serie A. E così lo ha voluto festeggiare il presidente dell’Us Lecce, Saverio Sticchi Damiani all’indomani della vittoria del campionato di serie B 2021/22.

 

 

 

Parliamo del decano del giornalismo leccese Elio Donno. Nel corso di una festa organizzata con i giornalisti per brindare alla promozione del Lecce in serie A, Sticchi Damiani gli ha regalato una speciale maglia celebrativa.

Si tratta di una casacca giallorossa, con su scritto “Donno 13”, che è in realtà il numero delle promozioni complessive raccontate da Elio in 62 anni ormai di ininterrotta attività giornalistica. “Il Lecce in Serie A - commentava così sulle pagine del suo giornale lo stesso Elio Donno il giorno della recente promozione -, con una concorrenza così agguerrita, è sembrato un miracolo, per il modo in cui ha ottenuto la massima serie, per la continuità dimostrata, per l’organizzazione societaria ed il valore di tecnico e giocatori”.

Elio Donno, giornalista pubblicista iscritto all’Odg della Puglia dal 5 gennaio 1959, nei mesi scorsi è stato anche nominato presidente del Consiglio nazionale di Disciplina dell’Ordine del quale, in passato, il aveva già fatto parte per sette anni quale vicepresidente.

Una vita spesa al servizio del giornalismo, soprattutto “una storia – racconta lui stesso - che spero continui finché la mente sarà lucida”. Sul suo profilo Facebook lo stesso Elio Donno ringraziava così tempo fa tutto il suo grande pubblico che ha voluto festeggiare con lui questo traguardo così prestigioso. “Vorrei potervi ringraziare tutti, uno per uno, per gli attestati di stima e simpatia inviati, ma siete stati tantissimi e mi è davvero impossibile: colleghi anziani che mi hanno ricordato episodi di mezzo secolo fa, professionisti affermati in campo nazionale che ho visto crescere, altri che stanno crescendo, colleghi del Corriere in pensione o ancora in attività e poi lettori ed estimatori, con alcuni dei quali ci si conosce solo attraverso le trasmissioni fatte su Telelecce Barbano e Telerama e la firma degli articoli.

“Un grazie che però richiama, per moltissimi messaggi, un volto, un episodio, un evento lontanissimo e per molti altri episodi controversi e magari non condivisi. Perché la bellezza e singolarità di questo ‘mestiere’ è che il lettore o il telespettatore cerca nel giornalista l’opinione che crede di possedere perché se l’è già fatta e quindi cerca un confronto tra la sua e quella del critico di fiducia. Pertanto, è un rapporto strano quello tra giornalista e lettore/telespettatore: magari vorrebbe anche litigare idealmente col giornalista del quale ha fiducia. O meglio, più che avere fiducia, ne è attratto forse per un rapporto di sublimazione delle sue idee. D’altronde commentiamo e descriviamo fatti già per sé opinabili, che, se non fossero, per intima necessità, opinabili, non darebbero luogo al tifo.

“Questo è il bello del giornalismo sportivo e questo aiuta noi giornalisti a dialogare con i lettori. Non posso chiudere senza dire grazie agli editori del Corriere, cioè alla famiglia Amodei, dall’indimenticabile Franco e suo figlio Roberto ed ai direttori dai quali ho appreso tanto, da Ghirelli a Gismondi, da Tosatti a Morace, da Cucci a Sconcerti, da Jacobelli a Vocalelli ed ora a Zazzaroni e Barbano. Ancora grazie e viva l’amicizia e lo sport!”.

 

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