0
0
0
s2sdefault

Ritorno all'antico, nel segno delle certezze che sempre hanno contraddistinto i salentini. Tra queste, la prima si chiama Massimo Coda, bomber di razza, buitre da area di rigore, rapace di altra categoria. Anche Di Mariano è rientrato ai suoi livelli e la pennellata in occasione del gol è da manuale del calcio. Poi vi sono le sovrapposizioni di Gallo e le giocate di Strefezza, contorniate da una fase difensiva solida e grintosa. Gli avversari sono sornioni, attenti, chiusi a riccio, ma pronti alla zampata nei momenti meno attesi.

 

 

 

Il Lecce dunque era atteso da una  sfida realmente insidiosa. Al Via del Mare giungeva il Frosinone, che nelle ultime gare, si era avvicinato alle posizioni di testa, con un ruolino di marcia veramente notevole. La squadra laziale era quindi in ottima forma, ma il Lecce era tenuto a dimostrare gli effetti benefici della sosta, utile a ricaricare le pile, dopo il calo psicofisico, di cui aveva correttamente parlato il direttore dell'area tecnica, Pantaleo Corvino.

Nel probante test, Baroni schierava il tridente di inizio stagione composto da Coda, Strefezza e Di Mariano. A centrocampo, Blin era preferito a Majer, mentre in porta Bleve scavalcava Plizzari nelle gerarchie di giornata, a causa anche del perdurante infortunio di Gabriel.

Dall'altro lato, i frusinati di Fabio Grosso, si presentavano con il bomber Ciano, capitano e punta di riferimento. Dopo una fase di studio iniziale, la prima vera occasione da gol arrivava al 15' e capitava sui piedi di Di Mariano che, davanti al portiere calciava centralmente, dopo un ottimo assist di Coda, autore di un pregevole recupero di palla.

Di Mariano e Strefezza erano molto mobili e non davano punti di riferimento, mentre i centrocampisti si inserivano con frequenza soprattutto per riempire l'area di rigore. Così, i salentini divenivano persino arrembanti, ma difettavano nella produzione di opportunità da rete. Nonostante il vento a favore, non veniva mai tentato il tiro da fuori area; Hjulmand era ben schermato e anche su Strefezza la guarda era stretta. Nel palleggio gli uomini di Baroni erano un po' imprecisi, difettando di tecnica in mezzo al campo, dove Blin era molto bravo in fase difensiva, ma non sempre lucido in avanti. Lo stesso si poteva dire per Gargiulo, molto aggressivo, pimpante, ma  non sempre puntuale nei passaggi.

Al 26', era perfetto il cross di Blin per Coda che faceva la sponda per Hjulmand il cui tiro era però deviato in corner.

I laziali evitavano anche con mezzi duri le sfuriate leccesi e in mezz'ora erano ben 3 i frusinati ammoniti.

La svolta arrivava al 39' quando Di Mariano tracciava un cross tagliente nel cuore dell'area di rigore, sulla cui traiettoria si avventava Coda che con un preciso colpo di testa insaccava nell'angolo basso, anticipando Kalaj e firmando il suo centesimo gol.

Il secondo tempo vedeva il Frosinone proteso in avanti, ma senza creare particolari problemi.

Al 16' il Lecce cambiava i centrocampisti, lasciando solo Hjulmand in campo e inserendo Bjorkengren e Faragò. Due minuti dopo, i salentini si divorano il raddoppio in contropiede, prima con Coda, che sfiora la doppietta e poi con una serie incedibile di errori nella conclusione. Non chiuderla poteva costar caro al 20' quando era il Frosinone ad avere la prima palla gol della sua gara.

In ripartenza, al 30', erano ancora Di Mariano prima e Coda poi a fallire il facile raddoppio tenendo aperta la partita fino alla fine.

Al termine però il Lecce portava a casa il bottino pieno, ma non c'è tempo per festeggiare perché martedì si va a Terni, pronti a una nuova battaglia alla ricerca di un altro pass verso la A.

 

Forum Famiglie Puglia