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Un benvenuto paterno, accorato e accogliente quello che mons. Donato Negro arcivescovo di Otranto e presidente della Cep (Conferenza episcopale pugliese) ha voluto riservare a tutti coloro che, in questo tempo di ristoro e di vacanza, sceglieranno quale meta per rilassarsi il lembo di terra idruntino.

 

 

 

Un benvenuto che parte dal significato etimologico della parola e che è segno di speranza e di “buona venuta” per chi sceglie il Salento, con il suo unico sole, con il mare cristallino e puro che con la sua caratterizzante presenza è il più bel biglietto da visita che si potesse dare a chi giunge in tali luoghi, con il suo vento che ha nella brezza leggera il tatto della rinfrescante carezza.

In un gioco di parole, Negro unisce l’attesa del ristoro all’attesa del tempo della normalità dopo i mesi bui e faticosi della pandemia e che costituiscono un rimando all’attesa che Dio ha del cuore di ciascun figlio anche nel tempo della distensione, momento probabilmente propizio perché, presi da tante attrattive, ci si possa dimenticare di colui che ha detto: “venite a me voi tutti che siete affaticati e vi ristorerò” (cfr. Mt 11,28).

Nasce da qui, pertanto, l’augurio del presule ad ogni vacanziero di poter vivere giorni intensi, emotivamente coinvolgenti e di ricarica fisico-spirituale, in modo da poter così sperimentare che nell’accoglienza si gioca la bellezza di un servizio che attraverso l’uomo giunge a Cristo, l’atteso delle genti.

 

 

negro turisti

 

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