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Venerdì 2 febbraio a Specchia si svolgerà la Fiera della Candelora, appuntamento secolare che ogni anno richiama numerosi visitatori e si svolgerà in Piazza del Popolo e lungo Via Umberto I, Via Plebiscito, Via Amendolara e Via Matteotti.

 

 

Specchia è tra i pochi paesi salentini in cui viene festeggiata questa ricorrenza, nella chiesa madre è possibile ammirare una composizione di statue in cartapesta che rappresenta la Presentazione al Tempio, chiamata dagli specchiesi “Cannalora” (come si pronuncia in paese), composta da San Simeone, San Giuseppe, la Vergine Maria e Gesù Bambino, secondo F. Fersini: “L’opera è da collocare ai primi anni del Novecento e probabilmente venne commissionata dopo il 1878…”. Nelle 43 parrocchie della diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca non esiste qualcosa di simile che raffiguri la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio e fino agli anni Sessanta del secolo scorso veniva portata in processione per le vie del paese.

Il 2 febbraio, le sante messe saranno celebrate dal parroco, don Antonio Riva, in chiesa madre alle 8, alle 10.30 con la benedizione dei bambini nati nel 2023. Alle 18.45 presso la chiesa dell’Assunta si svolgerà la benedizione delle candele e a seguire la processione verso la chiesa madre, dove alle 19 sarà celebrata la santa messa solenne.

A Specchia, la tradizione vuole che le candele benedette vengano conservate con cura devota e accese per scongiurare il pericolo dei temporali o per placare l'ira divina, durante violenti temporali, oppure in tutte quelle circostanze in cui si sentiva il bisogno di invocare l’aiuto divino nell’assistenza di un moribondo o nell’attesa di una persona cara che non tornava o si riteneva in grave pericolo.

Gli anziani specchiesi ricordano che la sera del 2 febbraio, la famiglia si riuniva per ricevere tutto ciò che aveva abbellito la natività, una tradizione che si lega al presepe artistico in pietra collocato lungo la navata destra della chiesa di San Domenico del “Borgo più bello d’Italia”, in Via Plebiscito, sede della confraternita di Sant’Antonio da Padova, realizzato da Nicola Cacciatore.

Insieme al presepe, inoltre, nella zona posteriore all’altare maggiore, sarà possibile visitare gli antichi affreschi, risalenti al 1626, restaurati, grazie all’accurato lavoro di Dario Taras, esperto restauratore salentino, con una vasta esperienza nel settore. Il complesso pittorico si sviluppa ai due lati della porta con due scene simmetriche: due Santi domenicani, in ginocchio davanti ad altrettanti altari, ammirano, quello a sinistra, la Madonna col Bambino entro un gruppo di nuvole, probabilmente l’apparizione della Vergine a San Domenico, quello a destra, il Crocifisso, probabilmente a San Tommaso. Le due scene si svolgono in ambienti interni, probabilmente di chiese, con colonne, candelabri, decorazioni di muri a finti conci porte, una chiesa ed altri oggetti non ben riconoscibili elementi tipici degli arredi murari degli Ordini Mendicanti.

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