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“Il Mistero del Natale ci offre speranza poiché restituisce senso e significato all’umano, ricollocandolo nel suo alveo di povertà e finitezza, libero da ogni delirio”.

 

 

 

“Esso ci invita ad abitare il transitorio, il temporaneo, come spazio dell’incontro con Dio. Solo abitando pienamente questo tempo, il tempo che ci è dato, con tutte le sue fatiche e contraddizioni, con la sua precarietà e fragilità, sapremo incontrare il Dio che viene a cercarci e la vita si aprirà alla gioia dell’inedito”. Lo ha scritto mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, nel messaggio alla comunità diocesana in occasione del Natale.

“Un pensiero caro va ai nostri ammalati e a quanti sono nei luoghi della sofferenza: ospedali e carceri, case di cura e comunità terapeutiche. In questo Natale non possiamo dimenticare quanti vedono messo in crisi il posto di lavoro e quanti fanno fatica e riprendersi”, afferma il presule, evidenziando che “siamo immersi in una storia di guerra ma viviamo come se tutto fosse lontano e non ci riguardasse. I poveri e le povertà sono in continuo aumento mentre avvertiamo la fatica causata dalle conseguenze del conflitto in Ucraina: il prezzo dell’energia e le materie prime che scarseggiano. Nonostante tutto si fa finta di niente e si va avanti”.

“Siamo tornati a correre, a inseguire il tempo, cercando noi stessi e il successo dei nostri progetti”, osserva l’arcivescovo: “Ci ritroviamo più isolati e ripiegati su noi stessi, in difficoltà con ciò che è altro da noi”. Mons. Satriano ricorda poi che “sono in aumento le patologie mentali anche tra i giovani, e le demenze, segno paradigmatico di una società che trasforma ogni realtà umana in oggetto funzionale, giungendo a scartare inesorabilmente quanto non più rispondente alle necessità del momento”. Inoltre, “viviamo una miseria crescente che si caratterizza particolarmente nel campo educativo ed esistenziale. Ogni giorno si raccolgono i feriti e le vittime di un ipertrofico individualismo che priva di un futuro possibile l’esistenza di ciascuno”.

In questo contesto, rileva l’arcivescovo, “ripartire da una postura credente e operosa, è la sfida che ci offre il Natale. Aprirsi al mistero dell’incarnazione, in cui il Figlio di Dio che ha scelto d’essere uomo come noi, chiede a ciascuno l’impegno di una fraternità reale verso tutti”. “Gesù che viene desidera infastidirci e provocare le nostre coscienze, intorpidite dal benessere e dagli idoli che ci siamo costruiti”, aggiunge mons. Satriano, esortando: “Proviamo a prendere consapevolezza che è giunto il tempo di svegliarci dal sonno sapendo compiere scelte audaci, libere e controcorrente; sapendo tornare a tessere la trama di un ‘noi’, spesso oltraggiato e violato dalla prepotenza dell’io”.

 

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