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“Torniamo oggi a Bari, città ponte di dialogo e porta di accoglienza, che in diverse occasioni è stata teatro di iniziative per la pace, nel Mediterraneo e in Medio Oriente”.

 

 

 

È stato il saluto del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ai partecipanti alla veglia di preghiera di ieri sera promossa dalla Cei e dall’arcidiocesi di Bari-Bitonto per la pace in Ucraina. Dalla basilica di San Nicola, Zuppi ha ricordato l’incontro di riflessione e spiritualità che si è svolto dal 23 al 27 febbraio 2020 e quello con i Patriarchi nel luglio 2018: “In entrambi gli eventi, Papa Francesco ha voluto lanciare da questa città un forte appello perché tutti possano superare la logica dello scontro, dell’odio e della vendetta per riscoprirsi fratelli, figli di un solo Padre, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi”.

“Con Papa Francesco, ribadiamo il nostro impegno a camminare, pregare e lavorare affinché all’ostentazione di minacciosi segni di potere subentri il potere di segni speranzosi”, ha garantito il presidente della Cei: “Il Bambino Gesù, che tra qualche giorno accoglieremo, è il segno della speranza, la luce che rischiara le tenebre dell’egoismo, della violenza e della guerra. Di tutte le guerre”.

“Nella tenerezza e della debolezza di quel Bambino, cerchiamo la forza per spezzare le catene del male, per non voltarci dall’altra parte, per smettere di pensare che la pace non sia affare nostro”, l’appello del cardinale: “La pace comincia nel cuore di ciascuno; comincia da me, da te, da noi, fino ad arrivare alle sfere della politica e della diplomazia”. Poi la citazione di don Primo Mazzolari: “Se la colpa di un mondo senza pace è di tutti, e dei cristiani in modo particolare, l’opera della pace non può essere che un’opera comune, nella quale i cristiani devono avere un compito precipuo, come precipua è la loro responsabilità”.

“San Nicola non può giustificare e benedire il fratello che alza le mani contro suo fratello e con lui imploriamo il dono della pace”, ha concluso Zuppi.

“La vostra partecipazione conferma la costante attenzione e sinergia nel bene operare a favore della nostra gente, e il comune anelito per la pace, cui tutti guardiamo con speranza”. Sono state queste le parole di saluto dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, ai partecipanti alla veglia di Bari, “dove quotidianamente cristiani di Oriente e di Occidente vengono pellegrini sulla tomba di Nicola, il vescovo santo di Myra e ora di Bari, intrepido cercatore di giustizia e costruttore di pace - ha ricordato l’arcivescovo”.

“L’intercessione di San Nicola, pastore del dialogo, ci è preziosa nell’ottenere per tutti la grazia della conversione del cuore”, la tesi dell’arcivescovo, secondo il quale “questa nostra Europa e il mondo intero necessitano di cammini improntati all’unità, alla riconciliazione e alla pace”.

“Il 22 febbraio scorso - ha concluso Satriano - l’Europa si è svegliata riscoprendosi fragile, impotente dinanzi a una guerra che da tempo era accovacciata alla porta”, il riferimento al conflitto in corso: “Oggi desideriamo, come cristiani, fare nostre le lacrime e le angosce di tante sorelle e fratelli ucraini e russi che, a causa del conflitto, vivono la lacerazione del cuore. Oggi desideriamo fare nostre le lacrime di Papa Francesco che, nella gremita piazza di Spagna, lo scorso 8 dicembre, ancora una volta, ha invocato la pace”.

 

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