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"Siamo in una emergenza molto grave e temo che si arriverà alla guerra”: così il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, commenta l’attacco sferrato all’alba di oggi da Hamas, con 5mila razzi lanciati, dalla Striscia di Gaza verso il sud e il centro di Israele (Tel Aviv e Gerusalemme comprese). 

 

 

Almeno 22 i morti israeliani, oltre 500 i feriti, ma il bilancio è provvisorio. I miliziani palestinesi, penetrati in vari modi in territorio israeliano, avrebbero anche fatto ostaggi tra i civili e i militari israeliani. “Siamo davanti ad una situazione molto grave scoppiata improvvisamente, senza troppi preavvisi. È una campagna militare da ambo i lati, molto preoccupante per le forme, per le dinamiche e per l’ampiezza. Si tratta di novità molto tristi”. “La presa di ostaggi israeliani, fenomeno in nessun modo giustificabile – sottolinea il porporato – non farà altro che favorire una maggiore aggressività da ambo i lati, soprattutto da parte israeliana”. Il patriarca rivolge poi lo sguardo alla piccola comunità cristiana gazawa, poco più di 1000 fedeli dei quali solo un centinaio cattolici, appartenenti all’unica parrocchia latina della Striscia, dedicata alla Sacra Famiglia, incoraggiando “i cristiani della Striscia, impauriti”: “Sappiano che, come sempre, non saranno lasciati soli e che questo è un momento in cui dobbiamo essere uniti più mai”.

Un ultimo appello lo rivolge alla comunità internazionale: “La comunità internazionale deve ritornare a prestare attenzione a quanto accade in Medio Oriente. Gli accordi diplomatici, quelli economici – conclude Pizzaballa – non cancellano un dato di fatto: esiste una questione israelo-palestinese che ha bisogno di essere risolta e che attende una soluzione”.

 

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