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Domani 31 maggio verrà presentato alle 19, presso il Monastero di San Giovanni Evangelista, “Preparate nel deserto la via del Signore” (Isaia, 40) di Padre Gregorio di Lauro.

Relatori della serata saranno mons. Marcello Semeraro vescovo di Albano, il prof. Carlo Alberto Augieri e lo stesso autore. La presentazione sarà allietata dai Viri cantores, diretti dal maestro Giuseppe Lattante, che eseguiranno canti mariani in gregoriano.

Il testo, edito dalla casa editrice Milella, è la rielaborazione della tesi di dottorato discussa nel 2013 che gli ha permesso di diventare Dottore in teologia spirituale e della vita consacrata. Come spiega l'autore Padre Gregorio, “l’obiettivo con cui l’opera nasce è quello di indagare le origini della vita religiosa. Come poteva un maestro che viveva in solitudine formare dei discepoli? Per questa ricerca ho scelto il deserto di Gaza dove c’era una forma di semianacoretismo, cioè c’erano dei monaci, con la qualifica di anziani, che rispondevano alle domande di coloro che formavano, attraverso la Sacra Scrittura. Queste risposte erano quindi ritenute l’indicazione spirituale per affrontare le varie situazioni. Ciò che inoltre mi preme porre in evidenza è il carisma della paternità spirituale che attualmente sta venendo sempre meno. I direttori spirituali sono specializzati in psicologia ed è purtroppo capitato che a volte quest’ultima prendesse il sopravvento. Nella paternità spirituale, invece, è il discepolo che fa scoprire al padre spirituale il suo carisma continuando a rivolgersi a lui per dei consigli o per dialogare. Il ruolo del padre spirituale è quello di accompagnare e assomiglia molto al rapporto che Gesù nel Vangelo instaura con i due discepoli che fanno ritorno a Emmaus delusi per la passione e la crocifissione. Gesù in quel caso trasforma le loro ferite in feritoie da cui entra luce. Questo atteggiamento ricorda ciò che spesso afferma il vescovo Michele Seccia quando ci esorta all’ascolto dandoci per primo l’esempio”.

“Altro punto che mi preme sottolineare - continua padre Gregorio - è quello di aver preso come modello San Barsanofio che è il patrono della diocesi di Oria ed è stato un monaco del deserto. Nel nostro territorio quindi ci sono stati dei monaci che per varie ragioni hanno vissuto nell’Italia meridionale. San Barsanofio viveva insieme a Giovanni il profeta, chiamato il grande anziano, e i due dicevano di essere una cosa sola facendo intendere che non vi fosse differenza nell’essere a colloquio con l’uno o con l’altro. Questa forte sintonia fra i due mi riporta alla mente, azzardando un paragone che ho esposto anche in sede di dottorato, le figure di Benedetto XVI e Papa Francesco configurando il primo come San Barsanofio e il secondo come Giovanni il profeta. Ho dedicato quindi il libro a Papa Francesco.”

 

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