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Oggi alle 17, nella sala conferenze stampa di Palazzo Adorno, a Lecce, si terrà la presentazione del libro “”, scritto a più mani da Ines Rielli, Monia Denitto, Francesca De Pascalis, Diana Doci, Laura Gagliardi, Maria Argia Russo, Olga Smirnova, Irene Strazzeri ed edito da Radici Future Produzioni società cooperativa di Bari.

 

All’incontro, organizzato con il patrocinio della Provincia di Lecce, interverrà il presidente Stefano Minerva. Dialogherà con le autrici il procuratore aggiunto della Repubblica di Lecce Elsa Valeria Mignone. Sarà presente, inoltre, l’editore Vito Antonio Loprieno.

“Libera Libere” è un resoconto di pensieri e pratiche femministe nell’ambito della tratta di esseri umani, della violenza sulle donne, delle varie forme di sfruttamento e di riduzione e mantenimento in schiavitù e in servitù, che ruotano intorno a “Libera”, il progetto promosso e gestito dalla Provincia di Lecce dal 2000 al 31 agosto 2016, con il finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità e il cofinanziamento dell’Ente provinciale. 

Il progetto di assistenza e integrazione sociale era rivolto a donne immigrate, vittime di tratta, violenza, sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio e puntava alla loro inclusione sociale e lavorativa, attraverso la promozione di percorsi di emancipazione dalle situazioni di vulnerabilità, garantendo protezione sociale e sicurezza. Obiettivi più specifici erano: individuazione delle vittime, pronto intervento sociale, prima assistenza, ospitalità in case rifugio a indirizzo segreto, protezione sociale, regolarizzazione, orientamento, formazione, inserimento lavorativo. Con il progetto Libera, le persone che entravano nel programma di protezione sociale vivevano in appartamenti di civile abitazione a indirizzo segreto e iniziavano un percorso individualizzato di regolarizzazione, accompagnamento ai servizi, orientamento, formazione, fino all’inserimento sociale e lavorativo.

Le otto autrici del libro hanno deciso di raccontare la storia, i vissuti, le prassi, i risultati, le difficoltà, la fine del progetto. Per loro questo racconto rappresenta un atto di “responsabilità verso le persone incontrate e verso il proprio territorio”.

 

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