0
0
0
s2sdefault

L’abbassamento di Dio emerge in maniera forte dal Vangelo, sin dalla nascita di Gesù in una mangiatoia, esso ha un rilievo storico e scientifico fino a raccontare la divina fragilità di Dio.

 

 

Sulla scia di Teilhard de Chardin, Simon Pierre Arnold, monaco che vive in Perù vede l’Incarnazione come «un mistero avvolgente» che rimane in atto nel cuore della storia e penetra tutta la realtà creata. All’interno delle nostre Chiese – egli scrive –, come schizofrenici, ci stiamo sgretolando in lotte interne di retroguardia tra conservatori e progressisti, mentre le vere urgenze sono innegabilmente altrove così come il Sinodo sta cercando di stagliare. Il luogo del servizio, dove Gesù si è messo e dove vuole vederci, non ammette tuttavia alcuna eccezione. Non si tratta di un’ideologia astratta e facoltativa, ma piuttosto di un’anti-gerarchia vincolante per tutti e per tutto in quanto la prospettiva kenotica avviata attraverso il moto dell’Incarnazione è lo stesso movimento per vivere in maniera autentica il cristianesimo. È dal monachesimo e dalla sua scuola del dialogo nel silenzio, esemplificata dai detti dei Padri del deserto che può venire una spinta positiva, ma non per cercare oasi perfette isolate dal mondo nel quale rinchiuderci. Il modello proposto è quello della comunità trappista di Thibirine, capace di una presenza silenziosa ma efficace in una terra non cristiana, una presenza che contempla anche la possibilità del martirio. Non a caso uno degli ultimi paragrafi del libro si intitola “ripensare la Chiesa in categoria di visitazione”. «È giunto il momento di scambiare l’imposizione universale con l’osmosi e la convivialità che ricreano sinfonicamente il mondo, come nell’incontro tra Maria ed Elisabetta».

 

 

Forum Famiglie Puglia