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La decisione di Elon Musk di non comprare Twitter ingloba il grande tema dell’etica degli algoritmi dell’intelligenza artificiale, attualizzato nella questione degli account falsi automatizzati.

 

 

 

L’intelligenza artificiale (Ia), afferma Luciano Floridi, è sicuramente una risorsa crescente di capacità di agire interattiva, autonoma e spesso troppo autoapprendente che oggi affronta un numero elevato di problemi come i profili falsi. Il divorzio nel presente tra agire e intelligenza ci ha portato ad affrontare le sfide etiche dal momento che questi agenti artificiali sono sufficientemente autonomi e in grado di compiere azioni indipendentemente dagli esseri umani.

Ma se l’intelligenza artificiale è nata dall’uomo in qualche modo alcune regole sono state imposte ma la capacità di generare dati e migliorarsi ha rimesso in gioco tutto. Ma l’intelligenza artificiale ricordiamoci punta sempre all’efficienza non ad un’efficacia che superi l’uomo. Ogni apparato governativo o istituzione che disegna, sviluppa o implementa l’Ia ha l’obbligo di farlo in linea con un quadro etico in modo da incorporare valori, punto di vista geografico, culturale e sociale. L’etica deve sedersi a tavolino ogni giorno con il digitale per fare in modo che, ogni problema anche quello di account falsi, possa essere risolto.

I servizi basati su algoritmi sono all’interno di un ecosistema di problematiche sociotecniche che possono però ostacolare l’autonomia degli utenti: occorrono analisi etiche per mitigare i rischi e sfruttare il potenziale di queste tecnologie per il bene. Afferma sempre lo scrittore come la creazione di un profilo su Twitter potrebbe essere rilevante per Facebook per quanto riguarda il furto di identità, perché notificando e tracciando il tutto si potrebbe determinare un furto di identità. Sicuramente anche in uno stesso social si potrebbe leggere i vari passaggi di un algoritmo per definire se l’account corrisponde ad una persona reale.

Valutare, sviluppare, incentivare e sostenere una buona Ia: forse non sarà lo stesso problema che ha spinto il patron di Tesla a pensarci un attimo prima di portare avanti questo grande affare di compravendita? Non è di certo un buon momento per lui, che una volta archiviata la questione Twitter dovrà affrontare problemi ben più pesanti visto che contro l’imprenditore di lui sta arrivando un maxi-ricorso da parte dei dipendenti del colosso dell’automotive Tesla a causa delle politiche aziendali sullo smart working ma noi siamo fiduciosi nella continua ricerca non solo del grande colosso ma di ogni persona che vuole usare l’Ia come opportunità e non sovrautilizzata.

 

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