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Abbiamo negli occhi l’immagine romantica dei pastorelli del nostro presepe? Bene, buttate nel cestino gli stereotipi natalizi e guardiamo in faccia la realtà: i pastori, al tempo di Gesù (e non vado oltre!), non godevano di un’ottima reputazione, inosservanti  del riposo sabbatico e di qualunque altro precetto religioso, propensi a violare i confini territoriali altrui… una vita, un cuore nomade il loro… Eppure sono i primi nell’elenco degli angeli ad essere avvisati, perché Dio non  bussa alla porta dei sacerdoti, ma a quella dei malfamati pastori, dei reietti, dei “bastardi” resi tali dai giudizi di condanna altrui. Pertanto, a te che ti ritieni fuori da ogni graduatoria del mondo, Dio dice che viene, sta venendo ancora, per te e non importa quale passato lasci dietro di te o che presente precario vivi, segui l’annuncio che senti nel cuore e presentati all’appuntamento che Dio ti ha dato, vuole ritrovare il figlio perduto che c’è in te. Non sentirti lontano da Lui… Non è possibile, perché Dio aspetta che tu gli apra la porta del cuore! Non è un postino, perciò non farlo bussare due volte!

 

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