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Basta dire la parola Nutella, e si aprono orizzonti infiniti di ricordi fanciulleschi. Amata, fin dall’infanzia, molti non sanno che la Nutella è nata a Lourdes. Questa crema di cacao e nocciole è, insieme, alla Coca Cola, è uno dei marchi più conosciuti nel nostro belpaese, e non solo.

 

 

Nato da una illuminazione metafisica, così affermava Michele Ferrero, papà della Nutella, ma anche del Mon Cheri, del Kinder, del Rocher e di tutti i prodotti che hanno scandito l’affermazione dell’azienda nata ad Alba più di cinquant’anni fa. “Il segreto del successo? La Madonna di Lourdes. Senza di lei noi possiamo poco” sussurrava l’industriale piemontese, a chi glielo chiedeva. È questa la sola battuta che i cronisti riuscirono a strappare al fondatore di quella che è diventata la quarta impresa alimentare del mondo e l’unica, vera, multinazionale italiana, con 7.600 miliardi di fatturato, 14 mila dipendenti e il quartier generale ormai stabilmente collocato a Bruxelles.

Una Madonnina di Lourdes è presente, in ognuno dei quindici stabilimenti del gruppo sparsi per il mondo. E ogni anno, Michele Ferrero organizzava un pellegrinaggio per i suoi dipendenti al santuario francese. Chi c’ è andato assicura che, tutte le volte, era lui stesso a guidare la fiaccolata che compone la processione dei fedeli. Infine a conferma che dietro le parole del papà della Nutella c’ è una convinzione profonda arrivano le affermazioni della moglie, Maria Franca: “Mio marito è sempre stato un uomo di fede. E poi, mi domando, perché guardate perplessi? La fede non toglie nulla ad una persona, anzi la arricchisce”. I Ferrero Rocher,fanno notare i dipendenti, ricordano molto da vicino la formazione rocciosa dentro la quale si trova la grotta di Massabielle.

Quando l’industriale lanciò il prodotto nel 1982, lo chiamò “Rocher”, che significa “grotta” in francese, riferendosi a Rocher de Massabielle.

Ma il suo talento più raro stava nel saper coinvolgere i collaboratori e nel mostrare una particolare attenzione verso i dipendenti nell’addestrarli, valorizzarli (Il Giornale, 15 febbraio). “La mia unica preoccupazione – disse una volta – è che l’azienda sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro” (La Stampa, 25 giugno 2006).

E sotto la sua direzione l’azienda della Nutella è diventata uno dei principali gruppi dolciari a livello mondiale, presente in 53 Paesi con oltre 34mila collaboratori e 20 stabilimenti produttivi e 9 aziende agricole. E sempre per suo volere nacque, nel 1983, la Fondazione Ferrero, che oltre ad occuparsi degli ex dipendenti promuove iniziative culturali e artistiche con il motto “Lavorare, creare, donare” (Avvenire, 15 febbraio).

 

 

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