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Il titolo della silloge di racconti, «Contrappunto di voci», indica l’impostazione del libro. Francesco Rodolfo Russo, curatore della raccolta, ha proposto, a se stesso e agli altri autori, di scegliere per la storia che avrebbero elaborato l’inizio di un libro scritto da un letterato importante.

 

 

Scorrendo rapidamente il volume, annotiamo le prime battute di “Va’ dove ti porta il cuore”, “Anna Karenina”, “Lettera a un bambino mai nato”, Il grande Gatsby”, “Le libere donne di Magliano”, “Il giovane Holden”. Soltanto per citare alcuni incipit utilizzati dai narratori che, esortati da queste parole composte anche molti secoli addietro, hanno fatto in modo che germogliassero fiorendo in pensieri, situazioni, storie.

Tra i protagonisti troviamo, in aggiunta all’essere umano, la natura e gli oggetti. C’è l’amore, suggerito in vari modi ed è presente anche la memoria.

A una prima lettura alcune vicende ci hanno emozionato più di altre: l’agrodolce “La capriola”, il racconto di Arrigo Casalini, “La baita” di Adriano Molteni, “In un paese dell’Ogliastra” di Andrea Serra, “Il libro della Torre” di Russo, l’unico che si può ascrivere alla letteratura fantastica, sebbene tutto accada in una quotidianità normale. Ci siamo appassionati ad altre storie: quella delicata di Margherita Penza, intitolata “La valigia verde”, “La macchia rossa” di Elisabetta Picco, impressionante, e “Il melograno e il giardiniere” di Valpiani.

Alcuni temi si ripetono nei racconti, ma ogni vicenda è un suono che vibra accanto agli altri senza sovrapporsi. Tenori, bassi, baritoni, soprano e contralti gorgheggiano le loro arie e, con piacevole maestria, raccontano porzioni di vita, in cui molti possono identificare se stessi o vedere avvenimenti che hanno in qualche modo lambito la loro vita.

 

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