“La parola da 'masticare' oggi - dice Cantalamessa nella sua riflessione - è la domanda che Gesù rivolse alla sorella di Lazzaro, davanti alla tomba del fratello morto: 'Credi tu?' (Gv 11, 26)".
"Lascia da parte per un momento tutto quello che hai imparato a memoria dal catechismo e che ripeti nel Credo. Entra in quell'ambito segreto, dove non ci siete che tu e Dio. Domandati: Credo io? Ho mai creduto davvero, di persona, e non solo 'per interposta persona', fosse pure la Chiesa universale? San Paolo scrive che 'con il cuore si crede e con la bocca si fa la professione di fede' (Romani 10, 10): la mia professione di fede viene dal profondo del cuore? La fede apre orizzonti nuovi; è l'unica capace di dare una risposta seria alle domande più importanti dell'essere umano: "Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?". L'era elettronica ci offre una immagine inedita della fede: la connessione a internet. Apri la pagina di Google e sei connesso! Tutto il mondo virtuale si apre davanti a te. Qualcosa di simile si ottiene con la fede. Senza fili, senza costi. Una breve preghiera, un semplice movimento del cuore, uno sguardo all'immagine di Cristo che hai davanti stando a tavolino, e sei connesso! Connesso ad un mondo non virtuale, ma reale. L'unico veramente reale, perché eterno: il mondo di Dio! Provaci e vedrai se dico il vero!”.
“Le parole di Gesù nel Vangelo sono ad altissima ‘gradazione’. Si gustano prendendole a gocce”, sottolinea Cantalamessa nella seconda meditazione, pubblicata oggi 20 febbraio.
“La ‘goccia’ per oggi è la parola che Gesù disse a Marta che si affaccendava per molte cose: ‘Marta, Marta: una cosa sola è necessaria’ (Luca 10,42). Quella parola adesso è rivolta a ciascuno di noi. Una cosa sola è necessaria! Se hai quest'unica cosa, hai tutto, anche se non hai nient’altro; se non l’hai, non hai nulla, anche se il mondo intero fosse tuo! Che cos’è quest’unica cosa necessaria, te lo voglio far dire da un grande filosofo e credente dell'Ottocento, Soeren Kierkegaard, perché non si pensi che siamo soli noi predicatori a crederlo. Dice: ‘Si parla tanto di vite sprecate. Ma sprecata è soltanto la vita di quell'uomo [e di quella donna, aggiungo io] che così la lasciava passare, ingannato dalle gioie della vita e dalle sue preoccupazioni, mai si rese conto che esiste un Dio e che lui, proprio lui, sta davanti a questo Dio’ (Kierkegaard, La malattia mortale). Che cos'è l'unica cosa necessaria, Gesù l'ha detto lui stesso con due parabole. È il tesoro nascosto per il quale vale la pena vendere tutto; è la perla preziosa, per avere la quale conviene dare via tutte le perle del mondo (Matteo 13, 44-45). L'unica cosa necessaria è il Regno di Dio, cioè è Dio!”.
La riflessione del card. Raniero Cantalamessa si concentra oggi sulla domanda: “Che cercate?”. “Quelli risposero: 'Maestro, dove abiti?'. E lui: 'Venite e vedete!' (Gv 1, 38-39).
Ti sei mai posto, fratello o sorella in ascolto, la domanda: 'Che cerco io nella vita?'. Se non trovi subito la risposta, te la suggerisco io. Tu cerchi quello che cercano tutti: la felicità! Prima di Freud, lo aveva capito sant'Agostino: 'Tutti, diceva, vogliamo essere felici!'. Ma, a differenza di Freud, egli dava anche la ragione di questa 'pulsione' universale: 'Tu ci hai fatto per te', dice a Dio all'inizio delle sue Confessioni, 'e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te'. Esaminati, fratello o sorella, e vedi se non sta proprio qui la spiegazione di tante tue tristezze e inquietudini, cioè nell'aver cercato acqua in cisterne screpolate, anziché nella fonte di acqua viva che è Dio (cf. Geremia 2, 13)”.
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- Marcia in città. Lecce in cammino per farsi Pace per una nuova umanità. (di Pasquale Marino)
Da un agro salentino nei pressi di Lecce, il terzo capitolo della rubrica in vernacolo "Nu picca te dialettu tantu pe dilettu" - lu ciucciu a cura di mons. Mauro Carlino. Un viaggio nella lingua leccese, un omaggio affettuoso e grato al caro don Franco Lupo, poetà della "leccesità".
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Dal santuario dell’Addolorata (chiesa di Sant’Angelo) in Lecce, il secondo capitolo della nuova rubrica in vernacolo "Nu picca te dialettu tantu pe dilettu" - in onda ogni martedì pomeriggio - a cura di mons. Mauro Carlino. Un viaggio nella lingua leccese, un omaggio affettuoso e grato al caro don Franco Lupo, poetà della "leccesità".