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Le fake news, grazie all’ intelligenza artificiale, sono sempre più credibili. 

 

 

 

Il dizionario Treccani ci dice che una fake news, può essere “divulgata intenzionalmente o non intenzionalmente” (pensiamo a chi condivide sui social una storia senza sapere che è falsa), il punto è che spesso viene creata intenzionalmente, con la volontà e la consapevolezza di mettere in circolazione una bugia.

L’uso dell’espressione fake news si è diffuso tantissimo online a partire dal 2016 e dalla campagna presidenziale di Donald Trump, che etichettava in questo modo le notizie su di lui che non gli piacevano.

Quella dell’essere creata di proposito, con lo scopo di mentire e di agevolare la diffusione di una falsità, è la prima fra le caratteristiche delle fake news.

Ce ne sono altre due, che si possono ritrovare più o meno sempre: le fake news sono recurrent e not consistent, cioè ritornano periodicamente e si ripetono nel tempo.

Nel 2020 la fake news che invase i social fu: “Non autorizzo Facebook”: e poi in piena pandemia: non autorizzo la scuola a “isolare mio figlio se dovesse presentare improvvisamente qualche linea di febbre”, nel 2022 non autorizzavamo “Meta a usare le mie immagini, informazioni, messaggi o post né in passato né in futuro” e nel 2023 abbiamo deciso che “non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account”. Sono ovviamente tutte sciocchezze. Sciocchezze che diventano virali.

L’uso dell’intelligenza artificiale sta amplificando il fenomeno delle fake news fornendo al mercato del web false notizie a basso costo. L’Intelligenza artificiale consente di realizzare video in grado di riprodurre fedel-mente persone esistenti nella vita reale, falsificandone con precisione non solo l’aspetto ma anche la voce. Spesso sono i personaggi noti al pubblico ad essere “copiati”, generando con facilità insicurezza e disinformazione nei fruitori delle notizie online.    

La polizia postale mette in guardia tutti gli utenti, e consiglia di diffidare di notizie di cui non hai verificato l’autenticità su siti attendibili.

La prima linea di difesa contro le fake news siamo noi. Bisogna fare verifiche online, farne tante, cercare, controllare le fonti. Per velocizzare il processo può essere utile farsi aiutare da NewsGuard un’associazione fondata nel 2018 da giornalisti ed ex editori proprio allo scopo di distinguere i giornali affidabili da quelli non affidabili. Funziona così: la si scarica e installa e quando si fa una ricerca su un qualsiasi argomento di attualità, accanto ai risultati comparirà un bollino rosso, giallo e verde e un numero che danno un’indicazione rapida della credibilità del sito che riporta quella notizia. NewsGuard usa 9 parametri (non di peso uguale) per assegnare un punteggio da 0 a 100 alle varie testate: nel mondo, i siti da 100 sono pochissimi e quasi tutti in lingua inglese, ma ce ne sono alcuni italiani ampiamente sopra quota 90, che è comunque un ottimo risultato.

Purtroppo, in Italia ci sono anche quotidiani che stanno sotto al 50 e pure siti che hanno alcune delle valuta-zioni più basse fra tutte le migliaia di testate prese in considerazione da NewsGuard. Come linea generale, sarebbe consigliabile non leggere nulla su siti che hanno una valutazione sotto al 60.

Sono tutti strumenti utilissimi per imparare a difenderci dalle notizie false.

 

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