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“…Tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me”. (Mt 25,31-46). Iniziare a raccontare una persona con una citazione evangelica è emozionante ma mi sembra appropriato perché oggi parleremo di e con il diacono Mario Renna che opera nel segno di Matteo 25.

Il caro Mario vive da persona, che al posto del riposo dopo una vita di lavoro, regala il suo tempo ed i suoi sforzi, al servizio presso la Casa della carità. Ordinato diacono nel 1996, dopo aver servito in varie parrocchie, nel 2017 viene assegnato, dall'allora arcivescovo Mons. D'Ambrosio alla fondazione “Casa della carità”.

È giusto ricordare che i Diaconi vengono inviati direttamente dal vescovo ed a lui rispondono direttamente.
Questo fu il punto di svolta nella vita di una persona che vede realizzarsi in maniera completa l'essenza più ampia di quanto aveva sempre immaginato con la possibilità concreta, reale, tangibile di occuparsi dell'altro.
Mi piacerebbe sapere tradurre in parole la luce nello sguardo di una persona, che quando parla dei suoi "amici" si illumina di serenità. Occorre comunque, per rendere l'idea, fare qualche cifra, nel senso che nel 2019 la Casa della carità sono state servite circa 13mila prime colazioni, circa 25mila pasti completi con una media giornaliera di circa 35 pernottamenti al giorno con, soprattutto, in questo periodo invernale, essere pronti per affrontare eventuali emergenze.

Pare evidente che per una città come Lecce, sono cifre importanti, che si riesce ad affrontare con l'aiuto dei volontari e di tutti coloro che volontariamente offrono quanto occorre a poter quotidianamente fare mangiare chi bussa alla mensa, senza che si richiedano documenti, basta entrare ed il piatto è lì sulla tavola.

Si riporta testualmente: "È un servizio dove si realizza la vocazione diaconale e si scopre l'amore di Cristo per i poveri, qui si vive un vangelo vivo; leggevo sempre il brano di Matteo 25 ma non capivo l'entità, la forza ma soprattutto la grandezza di questa pagina evangelica perché, fino a che, vivendo la quotidiana esperienza della casa della carità, non ho avuto l'opportunità e la fortuna di capire cosa volesse dire il Signore con brano di Matteo; non ci sono segreti nel vivere appieno la carità, basta semplicemente porsi una domanda semplicissima, ogni mattina prima di cominciare 'e se mi trovassi io nelle condizioni di queste persone ed allora svaniscono paure, fatiche e con animo rinfrancato si comincia la giornata”.

 

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