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Tutto inizia quel 27 giugno del 2016. Sì, poco più di tre anni fa; ho però, come l'impressione che il tempo trascorso sia enormemente più lungo a causa delle radicali trasformazioni che ha cambiato la mia visione del mondo.

Dicevo, quel 27 giugno, per le alterne vicende della vita, mi ritrovai al oltre 70 anni ad aver perduto tutto, casa, denaro, amici: quelli poi te li raccomando… e quindi in preda al panico, tentai di non tornare più.
Le cose andarono diversamente da come avevo previsto ed avrei voluto. Rividi la luce in ospedale esattamente quello di Scorrano e qui il mio primo incontro con gli “angeli”, medici, infermieri e tutto il personale che, senza saper chi fossi, si presero cura di me, mi curarono, mi vestirono e soprattutto non mi guardavano come uno che non possedeva nulla.
Persone che per puro spirito di fratellanza iniziarono a fare di me qualcosa di diverso dall'ectoplasma che ero diventato.
Dopo circa un mese dovetti uscire da quel bozzolo nel quale mi riparavo e mi trovai, disorientato, ad affrontare, con mille difficoltà, quel mondo dal quale avevo tentato di fuggire.
Ancora una volta, ora sì che posso dirlo, la Provvidenza mi fece incontrare su quella strada piena di rovi e pietre aguzze , sulla quale avevo intrapreso il tentativo di camminare, la “Casa della carità".
Qui, persone - senza esagerare - meravigliose, generose, piene di tenerezza verso l'altro si presero cura di me nonostante le mie ritrosie, scetticismi, sbalzi umorali, dubbi e perplessità.
Così con il loro paziente sostegno iniziai quel percorso, non ancora terminato, durato tre anni ma che, come dicevo prima, a me sembrano molto di più per via di quelle radicali trasformazioni che hanno cambiato le mie prospettive.
I cambiamenti riguardano la mia parte più intima che a volte, con stupore, scopro totalmente e diametralmente opposti al mio modo di vivere precedente e che mai avrei pensato di potessero accadere.
Lungo questo cammino incontro persone che, nonostante i miei anni, non credevo esistessero o meglio, non avevo avuto prima la fortuna di incontrare.
Persone, queste che con passione e sempre con il sorriso, hanno fatto della loro vita uno strumento a favore del disagio di qualunque tipo esso sia.
Il passo successivo fu la ripresa della coscienza di me con il ritorno graduale alle mie primitive passioni, l'arte, la poesia, la scrittura, il piacere del parlare, la convivialità, così, naturalmente, senza sbalzi, scossoni, dolcemente come lo scorrere lento di un fiume che lentamente va verso il mare.
Quel mare che rappresenta l'altra umanità che non avevo mai visto e della quale non mi ero mai occupato, concentrato com'ero sul mio microcosmo centripeto, con un orizzonte limitato, quasi senza respiro.
Quindi l'arte che aiuta e come se aiuta a ritrovare se stessi perché fa vivere quei momenti di fuga dalla realtà a volte drammatica.
Certo è assolutamente indispensabile soddisfare i bisogni primari ma un conto è affrontare le difficoltà con la rabbia di chi è colpito da avversità ed un altro è guardare le durezze del cammino con la consapevolezza di potercela fare derivante da quel modo di affrontare vita con assoluta tranquillità dovuta ad uno spirito sereno, appagato da quella vicinanza a qualsivoglia forma d'arte; questo accade così, naturalmente senza rendersene conto.
Dicevo, sono trascorsi poco più di tre anni e da un paio di mesi ho ritrovato, seppur con timore, dubbi e perplessità, quella autonomia che avevo smarrito e che rischiava di diventare una situazione irreversibile.
Con il sostegno e l'aiuto concreto di quelle persone che considero la mia famiglia ho cominciato a camminare da solo. Ho una casa, la mia casa!
Mi sento responsabile della mia vita ed il sapere di avere, comunque, dei riferimenti così solidi  mi tranquillizza.
Sto scoprendo, oltre le ovvie problematiche quotidiane, il piacere di stare con se stessi anche se mi manca, non poco, l'incontro quotidiano che avevo con chi come me viveva come "ospite", coccolato.
Quanto accaduto mi ha profondamente cambiato e che mi soddisfa molto di più di quanto, in passato, mi dava il mero piacere del vivere senza costrutto e senza alcun orizzonte.

 

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