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Per il suo ultimo viaggio ha voluto indossare la stola con l’immagine di San Pompilio. Affidando così a lui, lo scolopio al quale ha dedicato gran parte dei suoi anni di studio e di analisi esegetica, l’intercessione per la misericordia del Padre.

 

 

Si sono tenuti ieri pomeriggio, nel santuario di San Pompilio, a Campi Salentina, i funerali di Padre Serafino Perlangeli, sacerdote dell'Ordine delle Scuole Pie, appartenente alla comunità scolopica di Campi, deceduto nella serata di domenica, a 91 anni, a seguito di complicanze polmonarie legate alle sue precarie condizioni di salute.

La messa esequiale è stata presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia, e concelebrata da diversi sacerdoti, tra i quali il Provinciale degli Scolopi, Padre Sergio Sereni, giunto appositamente da Firenze, i confratelli religiosi della comunità di Campi, ed i due parroci del paese. Presenti anche le sorelle, i fratelli e i nipoti del religioso.

Con Padre Serafino se ne va un sacerdote dall’indole modesta e riservata, ma dall’elevato spessore spirituale e culturale. Considerato tra i massimi esperti della vita e della figura di San Pompilio Maria Pirrotti, è stato autore di varie pubblicazioni riguardanti proprio il carisma pompiliano, ed estensore di numerosi articoli dedicati agli scritti del santo, diffusi su riviste cattoliche e su libri del settore della saggistica. Si trovava a Campi dal 2011, dove ha ricoperto per diverso tempo anche la funzione di rettore del santuario di San Pompilio.  

“Oggi Padre Serafino concelebra con noi - ha detto monsignor Seccia nella sua omelia - e confidiamo che sia al cospetto dell’Onnipotente e possa pregare con noi e per noi. È stato un uomo di poche parole ma un modello di equilibrio e autorevolezza, ben voluto ed apprezzato dai suoi confratelli e dai fedeli che hanno avuto la possibilità di conoscere la sua forte vocazione sacerdotale, Ha speso tutta la sua vita alla ricerca di Dio, nel servizio del prossimo. Ogni volta che mi sono trovato a far visita al santuario di Campi, lo trovavo con la corona del rosario tra le mani, segno del suo legame solido ed imprescindibile con l’Altissimo e con la Vergine Maria. Un sacerdote autentico ma anche uomo di cultura, che attraverso il suo sapere ed il suo senso di fraternità, ha svolto un ruolo di testimone ed apostolo di Cristo”.

“Ha insegnato molto a noi scolopi che abbiamo avuto modo di ammirare le sue qualità e di seguire il suo esempio di uomo di Dio - ha detto Padre Sereni - e siamo grati al Signore che ci donato la presenza di un uomo e di un confratello certamente umile, riservato e schivo, ma un baluardo nella fede e nell’amore di Dio. Ci lascia a confrontarci con una prova impegnativa, che è quella di proseguire nel solco della costanza nella vita religiosa e consacrata e di rafforzare la nostra ispirazione spirituale”.      

La salma di Padre Serafino è stata tumulata nel cimitero di Squinzano, suo paese d’origine. 

 

 

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