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Tra fede e tradizione, per una devozione ultracentenaria che rimane intatta nel sentimento e nel ricordo e che lega la storia di un paese all’aspetto religioso e spirituale.

 

 

 

Mercoledì scorso, 3 maggio, Campi Salentina ha festeggiato la ricorrenza della memoria liturgica del SS. Crocifisso, secondo quella che è l’usanza gallicana che ricorda il ritrovamento da parte di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, della croce di Cristo. Una data che quest’anno ha assunto un significato particolare perché il parroco di Santa Maria delle Grazie, don Gianmarco Errico, ha voluto che coincidesse con l’indizione di un biennio di preparazione alla Solenne discesa del crocifisso che si ritiene miracoloso, che avverrà quindi nel 2025, per il Giubileo ordinario.

L’ultima volta che la Croce fu portata giù dalla sua sede, nell’altare in Coena Domini, ubicato a fianco alla sacrestia, fu nel 2016, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia.

Per la circostanza e per dare l’annuncio ufficiale della discesa del crocifisso, a Campi è giunto l’arcivescovo Michele Seccia, che ha presieduto una concelebrazione eucaristica a cui hanno preso parte, oltre a don Gianmarco, il parroco di San Francesco d’Assisi, Padre Michele Cilli, e il rettore del santuario di San Pompilio, Padre Martino Gaudiuso. La funzione religiosa rientra nel programma della solenne novena proprio in onore della Croce miracolosa, che culminerà poi con la festa, domani 7 maggio.   

“Il mistero della Croce - ha detto mons. Seccia durante la sua omelia - è sempre dinanzi a noi ed in ogni eucarestia ne facciamo viva memoria. È una relazione personale con Cristo, figlio di Dio ed è un dialogo continuo. Il mio augurio a Campi è che la devozione non allontani dalla comunione; dobbiamo andare oltre la devozione perché quando ci nutriamo del corpo di Cristo noi viviamo. Questa è una verità che deve abitare sempre nel nostro cuore. Questi due anni di preparazione dovranno essere un cammino ricco di spiritualità e di speranza, che deve far crescere nella consapevolezza che abbiamo chi intercede per noi, Colui che ha sconfitto la morte e con essa anche il peccato”.         

La discesa del crocifisso avviene, come detto, solo in determinate circostanze, legate a importanti eventi religiosi, oppure per invocarne protezione o intercessione in casi di gravi necessità per la popolazione, come carestie, e per scongiurare la siccità. Si ritiene infatti che esso custodisca speciali virtù prodigiose e quindi viene sempre invocato in situazioni di estremo bisogno. L’attuale crocifisso, imponente per dimensioni e spessore artistico, fu realizzato in legno dallo scultore leccese Luigi Guacci nel 1913, ed ha sostituito quello sempre ligneo, risalente al 1200, ed anch’esso miracoloso secondo la credenza popolare, di autore ignoto, andato distrutto in un incendio che interessò la chiesa matrice il 4 maggio del 1902.  

Domani, giorno della Festa della Croce, alle 19, in chiesa madre, il solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo Luigi Pezzuto, e alle 20 la solenne processione per le vie del paese.

 

 

 

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