Nel cuore pulsante della nostra società l'Associazione guide e scouts cattolici italiani (Agesci) rappresenta un punto cardine di formazione e di crescita per migliaia di giovani.
Fondata nel 1974, esattamente 50 anni fa, dall'unione dell'Associazione scouts cattolici italiani (Asci) maschile e dell'associazione guide italiane (Agi) femminile, l'Agesci si distingue per il suo impegno nel promuovere lo sviluppo integrale della persona, attraverso un metodo educativo basato su valori cristiani e principi scout.
La scelta di una fusione significativa che ha permesso un confronto ed esperienze condivise tra ragazzi e ragazze, superando gli stereotipi di genere, ancora oggi purtroppo resistenti. Valerio e Graziella Montagner, coppia nata in un campo scout, oggi nonni, in un’intervista rilasciata a Repubblica, raccontano di come con “divisa azzurra e fazzolettone al collo si ritrovarono a campeggiare insieme, senza distinzione di genere”. Ciò che oggi è nella norma, non lo era 50 anni fa, anche se gli accorgimenti erano tanti, precisa Gabriella Culini: i pantaloncini troppo corti erano vietati, docce separate, costume da bagno preferibilmente intero e ovviamente la sorveglianza attenta dei capigruppo.
Un processo di fusione, tuttavia, non facile e scontato. Maria Teresa Spagnoletti, già giudice del Tribunale per i minorenni di Roma oltre che Capo guida scout d’Italia spiega sempre a Repubblica: “Ero capo nei primi anni dell’unificazione. Fu una scelta profetica. Un periodo entusiasmante e una scommessa, perché c’era da mettere insieme due modelli molto diversi. Intanto noi ragazze eravamo molto meno numerose. I maschi dell’Asci erano molti di più e molto più inquadrati, quasi militarmente. (…) Ma alla fine il matrimonio si fece, non senza dibattiti accesi e opinioni contrarie”.
Un ‘matrimonio’ unico nel panorama nazionale, che sin dalla sua fondazione ha optato per la diarchia, ossia per la compresenza di un uomo e di una donna ad ogni livello di responsabilità associativa. Un connubio e una sfida vincente come documentato dai dati: circa 182.000 camicie azzurre in Italia, oltre 2.000 gruppi, 33.000 capi al servizio dei ragazzi in maniera gratuita. Inoltre, nel mondo sono presenti circa 174 organizzazioni scout nazionali con 57 milioni di giovani, guidati nel loro percorso di crescita da milioni di volontari che nel mondo adottano il cosiddetto ‘metodo scout’.
In 50 anni di vita l’Agesci ha accompagnato generazioni di donne e uomini impegnati ‘a lasciare il mondo migliore di come lo avevano trovato’, seguendo il percorso indicato dal fondatore dello scoutismo Robert Baden Powell. Quest’anno dal 22 al 25 agosto la città di Verona accoglierà la Route Nazionale Comunità Capi Agesci 2024 “Generazioni di felicità”, un evento che coinvolgerà circa 20mila capi e capo scout provenienti da tutte le regioni d’Italia, momento di incontro e di riflessione fondamentale, si legge sul sito dell’AGESCI, in quanto «narrare e condividere il cambiamento realizzato è ancora necessario. Identità e appartenenza. Riconoscerci e farci riconoscere. Comunità capi centrali e protagoniste. Dentro l’associazione e nei territori. È un Tempo per riscoprire le ragioni della Scelta di essere educatori oggi».
Infatti l'Agesci rende ancora possibile quindi un’avventura unica nel suo genere, con attività all’aperto, giochi di squadra, servizi alla comunità, esperienze condivise che, con una scelta iniziale all’avanguardia, ha superato i luoghi comuni tra attività prettamente maschili e femminili, formando i giovani membri sul senso di appartenenza, rispetto reciproco, responsabilità verso l'ambiente e scelte valoriali di riferimento, risposte credibili alle sfide educative della contemporaneità.
In un mondo sempre più complesso e a volte disorientante, gli scout rappresentano un faro di speranza e di positività. Citando Eleanor Roosevelt "Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni" e gli scout sono i custodi di quel sogno di un mondo migliore per tutti, tramandato da generazione in generazione. "Una volta scout, sempre scout" infatti non è solo uno slogan, ma un impegno che accompagna chiunque abbia mai indossato la caratterizzante uniforme: calzoncini corti, tipico fazzolettone, camicia a maniche lunghe, ma arrotolate, per essere sempre vigili e attenti nel compiere il proprio dovere, così come recita il motto scout ‘estote parati’.