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Nei giorni di Natale, scopriamo i significati attribuiti alla festa cristiana traendo lo spunto dal dato esteriore fatto di luci, addobbi, regali e partecipazione civile.

 

 

A questo si affianca, resistendo a fatica, il significato religioso, spirituale, e magari più tradizionale. Portalecce, ospitando le riflessioni di alcuni studenti dell’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano “don Tonino Bello” di Lecce, intende così tenere alta l'attenzione sociale sull'evento cristiano più celebrato al mondo, in un tempo di grandi sfide culturali.

“Auguri di un Natale pieno di gioia, di allegria, pace e amore. Che il Natale possa realizzare i tuoi desideri più profondi”. Quante volte è capitato di inviare o ricevere simili frasi di auguri. Quanta frenesia nel ricercare i messaggi più belli, più originali, ma al contempo privi di vero significato.  

 In un’epoca in cui vi è la precarietà delle certezze, una società impregnata da indifferentismo: niente radici, niente legami, niente identità, una società composta soltanto di individui, di consumatori, i quali reclamano che ogni desiderio sia immediatamente riconosciuto come un diritto.  In un contesto simile, si fa forte il grido inascoltato di anime smarrite, disorientate, sensibili al vuoto etico che sembra ormai imposto. Ed è ecco che, puntualmente, proprio nel tempo di Natale, sorge timidamente questa nostalgia di qualcosa di grande e di puro che è indissolubilmente legato al cuore dell’uomo.

Purtroppo in un mondo che corre a tutta velocità, l’unico “valore” che viene accettato e riconosciuto è quello dal significato esclusivamente economico. Lo stesso Natale diventa una festa consumistica, carica di simboli, luci, suoni, cibi tipici delle tradizioni locali, canti popolari, recita nelle scuole di poesie sulla pace e sull’amore, omettendo tristemente ogni riferimento alla nascita di Gesù. Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente. 

Ma chi è Gesù Cristo per noi? Molti associano il nome di Gesù Cristo ad una “tradizione” trasmessa dalla propria famiglia, dalla propria società. Si pensa banalmente ad un sistema di valori, ad una morale, ad un’educazione, ad una visione del mondo, ma non ad una persona! Il cristianesimo stesso è ritenuto un complesso di idee, di messaggi, comandamenti. Ma il cristianesimo non è solo questo, è molto di più, è una persona, è Gesù Cristo. 

Ed è per via di queste motivazioni che le persone si allontanano da Gesù perché credono che sia un compendio di regole e valori. In realtà, urge la necessità di ridare “carne” alla nostra fede, di non pensare che sia semplicemente morale da proporre, ma è l’incontro con una persona.

Ciò che rende cristiani è il fatto di fare esperienza con questa persona. Come i pastori di Betlemme anche noi siamo guidati a cercare e trovare la vera luce, quella di Gesù che, fattosi uomo come noi, si rivela: nasce da una povera ragazza sconosciuta, che lo dà alla luce in una stalla, col solo aiuto del marito. Il mondo non si accorge di nulla ma in cielo gli angeli esultano. Ed è così che il Figlio di Dio si presenta ancora oggi a noi: come il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno. Lo stesso viaggio dei magi diventa una parabola per la vita di ognuno. I magi stessi si mettono in viaggio verso Gesù, hanno l’intuizione che sta per accadere qualcosa di importante, che deve nascere qualcuno, rischiano un viaggio, rischiano di mettersi in discussione. Esperienze che gli uomini di oggi tendono ad evitare, in quanto troppo ancorati alle proprie certezze. Ma la fede per essere vera ed affidabile deve necessariamente essere provata, non la si può comprendere fino in fondo, se non a patto di lasciarsi mettere in discussione. L’esperienza con Gesù avviene nel momento in cui crollano le certezze, e si perde il controllo di tutto ciò che accade, è lì che si diventa veramente autentici. 

Il Natale è dunque accogliere il dono di Dio che è Gesù, e come Lui impegnarsi ad essere un dono per gli altri.

Col Santo Natale Gesù ci chiama ad esaminare quello che c’è dentro di noi - desideri, angustie, timori, attese - e quello che accade fuori di noi. Gesù ci propone di scegliere, è un seguire, come quello degli amici che si seguono, che si cercano e si trovano per pura amicizia. È necessario scoprirsi alla luce di Dio e far fiorire il proprio essere. Vivendo la propria vita in pienezza, offrendosi agli altri, diventare quotidianamente un dono gratuito per coloro che si incontrano sulla propria strada.

 

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