La comunità accademica dell’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano “don Tonino Bello” di Lecce si è riunita giovedì scorso attorno al banchetto eucaristico dando inizio al nuovo anno accademico: un’assemblea gremita di volti e voci, segno di gratitudine e comunione.

La celebrazione eucaristica presieduta dal moderatore, nella persona dell’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta, è stata introdotta dal discorso del direttore dell’Istituto, don Antonio Bergamo, che ha rinnovato l’invito “a vivere la ricerca della verità non come un possesso ma come servizio, come dialogo e apertura alla sapienza di Dio. Questo è lo spirito che desideriamo costruire - ha sottolineato il direttore - costruire nel nostro istituto un luogo di ricerca serena, di rispetto reciproco e di comunione intellettuale e spirituale, dove il confronto non divide ma arricchisce”.
Il richiamo all’impegno e alla responsabilità per chi si incammina in questo percorso di studi è dato dal sapere che si è chiamati ad un cammino di crescita umana, culturale e spirituale e, in quanto figli nel Figlio, sapersi discepoli alla sequela del Maestro.
Tre chiavi di lettura sono state consegnate dall’arcivescovo: “Sia un anno nel quale si insegna e si studi un cristianesimo del primato della grazia, del primato dell'amore, del primato della misericordia e quindi della responsabilità di accogliere la grazia di Dio nella fede”.
Il presule ha continuato lanciando un invito: “Non bisogna, dunque, costruire i bei sepolcri dei profeti ma bisogna piuttosto costruire una teologia in ascolto della profezia. Sarebbe bello costruire un pensiero teologico, una riflessione sull'umano all'interno del quale l'attenzione alla profezia e ai segni dei tempi diventa un dato costitutivo e non periferico o secondario». E ha concluso con un augurio: «preghiamo gli uni per gli altri perché docenti e studenti vivano questo anno come kairòs, una bellissima opportunità di grazia per crescere, per diventare migliori e per dilatare l'adesione al Vangelo che diventa la perla preziosa della nostra vita”.
Alla domanda “Signore cosa vuoi da noi all'inizio di questo nuovo anno formativo? Che cosa ti aspetti da noi?” segue il desiderio di voler cercare, pensare e credere insieme consapevoli che la Sua sapienza ci rende umili e gioiosi cercatori della verità che illumina e libera.

