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Numerosa la partecipazione alla presentazione del libro Fraternità segno dei tempi. Il magistero sociale di Papa Francesco, presso l’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano “don Tonino Bello” di Lecce, trasmesso in diretta da Portalecce tv per la regia di Paolo Longo (GUARDA).

 

 

 

Autori il  card. Michael Czerny, gesuita, dal 23 aprile nominato dal  Santo Padre Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e don Christian Barone, presbitero della diocesi di Noto dal 2009, dottorato in teologia dogmatica, docente di teologia fondamentale. Due voci, una ‘ufficiale’ e una ‘giovane’ insieme, per utilizzare un’espressione di Papa Francesco che ha firmato la Prefazione al testo: «Questa unione è feconda: un cardinale, chiamato al servizio della Santa Sede e a essere una guida pastorale, e un teologo fondamentale. È un esempio di come si possono unire lo studio, la riflessione e l’esperienza ecclesiale, e anche questo ci indica un metodo: una voce ufficiale e una voce giovane, insieme. Così occorre camminare sempre: il Magistero, la teologia, la prassi pastorale, la leadership. Sempre insieme» per una fraternità più credibile.

Dopo la presentazione della giornalista Manuela Marzo e i saluti del prof. Antonio Bergamo, direttore dell’Istituto e l’introduzione dell’arcivescovo Michele Seccia, l’attenzione si è focalizzata sull’analisi dell'opera scritta a quattro mani. Interessante la relazione del vicario generale della arcidiocesi di Lecce, nonché docente di patristica, mons. Luigi Manca che ha offerto una lettura con profondi richiami patristici della prima parte del testo “Il Magistero sociale di Papa Francesco”; la relazione di mons. Nicola Macculi, docente di sociologia della religione, direttore della Caritas diocesana e assistente nazionale Coldiretti, ha trattato la seconda parte “Fraternità e amicizia sociale. Segno dei tempi” con riferimenti al mondo dei giovani, all’attualità ed in particolare alla dolorosa realtà della guerra.

Gli autori hanno chiarito alcuni passi del testo e hanno poi risposto alle domande di un interessante dibattito che ha lasciato spazio a momenti di confronto, riflessioni e dialogo con i docenti e gli studenti dell’Issrm. Un’occasione di crescita per la comunità accademica e di possibili percorsi di ricerca in quanto «Guardare al futuro con gli  occhi della fede - affermano gli autori - , con l'abbandono di chi si sa amato da sempre, permette di scorgere in questo “segno” non un monito, né un avvertimento che minaccia strage e vendetta per i peccati dell'umanità, ma un kairòs, un tempo propizio per riflettere su chi siamo e su chi vogliamo essere».

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

 

 

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