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Avvicinandosi il giorno del 70° compleanno (il 6 giugno) dell’arcivescovo Michele Seccia che la Chiesa di Lecce festeggerà in tre diversi momenti (GUARDA SOTTO), Portalecce ha pensato di raccogliere frammenti della sua vita attraverso i racconti e i ricordi di chi lo ha conosciuto da vicino. Brevi istantanee che ripercorrono la vita di un ragazzo, di un sacerdote, di un vescovo che ancora oggi continua a scrivere pagine di vita evangelica.

 

 

 

Non è facile parlare dell’esperienza vissuta insieme a mons. Michele Seccia, nei suoi 11 anni di apostolato a Teramo.

Le parole non riescono sempre ad esprimere con chiarezza i sentimenti e le relazioni che hanno accompagnato il cammino personale e comunitario della Chiesa di Teramo-Atri in quegli anni.

Sicuramente il motto che mons Seccia ha scelto per il suo apostolato rispecchia fedelmente il suo essere prima di tutto persona e poi pastore, padre e fratello per tutti noi.

“Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi”. (2Cor 1,24)

È proprio vero! Non è mai stato padrone della nostra fede, ma umilmente ha accompagnato la nostra Chiesa e le nostre storie personali alla scoperta della propria vocazione. Con grande passione ci ha sempre testimoniato la sua fede e con saggezza ha consigliato e guidato le nostre azioni nei momenti di prova senza mai perdersi d’animo.

Un sorriso, una pacca sulla spalla e “avanti… il Signore non ci lascerà soli!” le parole pronunciate più volte dinanzi agli eventi naturali avversi che hanno scandito i suoi anni a Teramo (terremoto 2009- 2016- 2017) e che hanno coinvolto in impegni concreti di solidarietà la Caritas diocesana di Teramo-Atri di cui era presidente. 

Un innamorato di Dio, che ha sempre raccontato con lo stesso stupore e la stessa gratitudine le meraviglie che il Signore ha compiuto nella sua vita.

Un collaboratore della nostra gioia, ogni volta che ha condiviso con noi l’esperienza di accoglienza del diverso, dello straniero, del fratello di un’altra confessione religiosa, del carcerato, dello sfollato e dei piccoli che frequentano i nostri servizi.

Un pastore che non si è risparmiato alle sue pecore, ma di esse ne ha condiviso “l’odore” e la strada.

E allora ringraziamo Dio per averci fatto conoscere mons. Seccia e averlo posto a guida della nostra comunità per alcuni anni della sua vita. Preghiamo affinché continui a camminare ed aver cura del suo gregge come ha fatti finora.

Eccellenza carissima, le vogliamo bene.  Auguri di cuore!

 

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