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Avvicinandosi il giorno del 70° compleanno (il 6 giugno) dell’arcivescovo Michele Seccia che la Chiesa di Lecce festeggerà in tre diversi momenti (GUARDA SOTTO), Portalecce ha pensato di raccogliere frammenti della sua vita attraverso i racconti e i ricordi di chi lo ha conosciuto da vicino. Brevi istantanee che ripercorrono la vita di un ragazzo, di un sacerdote, di un vescovo che ancora oggi continua a scrivere pagine di vita evangelica.

 

 

 

Correva l’anno scolastico 1962-1963, io avevo già frequentato la prima media nel nostro seminario arcivescovile di Bisceglie e incontrai il “piccolo” Michele Seccia, che già conoscevo di vista essendo stati chierichetti nella medesima parrocchia, alle origini della sua vita di seminarista.

Da allora quanta acqua è passata sotto i ponti. La stima, l’amicizia ed il rispetto sono state la colonna portante di ogni nostra azione. Abbiamo frequentato le scuole medie e ginnasiali nel medesimo seminario arcivescovile di Bisceglie.

Sono stato anche suo superiore, quale responsabile di classe, nell’anno nel quale io frequentavo la quinta ginnasio e Michele la quarta ginnasio.

Poi le nostre strade si sono divise, ma sempre tenendoci in perenne contatto, perché l’amicizia prevale sempre su tutto.

Dovessi raccontare ogni evento occuperei tantissimo spazio e forse annoierei i lettori; ed allora mi fermo a scrivere i nostri percorsi più significativi.

La maturità classica. Abbiamo sostenuto gli esami nello stesso anno scolastico ed in quella circostanza, nella elaborazione della tesina di maturità che consegnai alla commissione esaminatrice, approfittai del suo lavoro su Giuseppe Berto che feci mio e che dette frutti sperati e che essenzialmente mi fece amare uno scrittore che prima non conoscevo.

L’università. Io da laico e lui da futuro sacerdote: io mi bloccai, mentre lui prosegui egregiamente raggiungendo, anche,in quella circostanza tutti i più brillanti risultati. È stato da sempre e per sempre il simbolo e la meta cui ho sempre mirato.

Non ci sono riuscito, ma ho tentato.

Il diaconato. Egli ha partecipato al mio matrimonio quale amico e quale diacono. Successivamente, durante il viaggio di nozze, siamo stati insieme a Roma e ci ha fatto gustare le bellezze di quella città.

Il sacerdozio. Ho avuto la gioia di poter partecipare, con mia moglie ed i miei figli, alla sua ordinazione sacerdotale. A seguito della nascita della mia terzogenita ha preteso, e noi ne siamo stati immensamente felici, di poterle amministrare il sacramento del battesimo.

Parroco della Parrocchia Spirito Santo di Barletta. A seguito del conferimento dell’incarico ha chiesto la mia collaborazione nel seguire le pratiche amministrative della parrocchia e della scuola materna, collaborazione che sono stato lieto di portegli ancora offrire.

L’episcopato. Un mio amico nominato vescovo: che gioia! All’interno del Palazzetto dello sport di San Severo ho pianto di gioia per tutta la durata della cerimonia. A seguito del trasferimento alla diocesi di Teramo, ho partecipato al suo ingresso nella nuova diocesi. Anche il giorno del suo ingresso nella diocesi di Lecce io ero lì, ad accompagnarlo con la preghiera e con la presenza in questa nuova missione che il Signore gli aveva affidato, con immensa gioia e con tutto l’affetto che potevo offrirgli, ma che principalmente avevo ricevuto in tutti questi anni.

In tutte le tappe della vita non sono stato mai solo. Con me, in tutti questi anni, gli è stata sempre vicina mia moglie, i miei figli, la mia famiglia, uniti in un unico legame di affetto e di amicizia. 

Insomma, siamo cresciuti insieme, ed ora alla nostra bella età, da parte mia - “amico della prima ora ed amico di sempre e da sempre” - come ebbe a dichiararmi la sua santa mamma il giorno della sua ordinazione episcopale, augurissimi eccellenza per i tuoi primi settant’anni.

 

compleanno secciadef

 

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