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Ieri, partiti da Amman abbiamo fatto tappa a Gerasa che dai Giordani viene paragonata alla nostra Pompei. Una veloce immersione trai bellissimi reperti archeologici (ne valeva la pena) e subito partenza verso la frontiere, Giordana prima, Israeliana poi.

Siamo giunti a Tiberiade, sull'omonimo lago. A pranzo “abbiamo gustato il pesce di San Pietro” e dopo una visita veloce alla casa di Pietro a Cafarnao e alla vicina Sinagoga di epoca romana costruita sui resti dell'antica sinagoga dei tempi di Gesù, di corsa ci siamo recati alla basilica dove don Carlo Santoro, la nostra guida in questo pellegrinaggio, ci  ha  inviato a fare memoria del miracolo della condivisione/moltiplicazione dei pani e dei pesci: "solo la condivisione genera moltiplicazione".

Poi tappa a Tabga dove sebbene in netto ritardo ci è stato concesso di celebrare l'eucaristia nella cappella che ricorda la visita di San Paolo VI nella terra di Gesù. È stato un grande momento di grazia. Il vescovo Michele ci ha aiutati ad entrare nel cuore del cap. 21 del vangelo di Giovanni. Ci ha aiutato a cogliere l'amore preveniente di Gesù che ci chiama, ci ama e chiede a ciascuno di noi la risposta della fede. La fede che coinvolge la vita, per quello che oggi è, e che per il dono dello Spirito Santo ci consente di dire "Signore tu sai che ti amo".

Siamo arrivati affaticati e stanchi, ce ne ripartiamo, come i discepoli, con il cuore rinfrancato e colmo di gioia. A domani.

 

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