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È stata una giornata di festa e di gaudio spirituale quella che la Chiesa di Lecce ha vissuto ieri, 29 giugno, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella celebrazione presieduta dal Santo Padre Leone XIV nella basilica vaticana per l'imposizione del pallio all'arcivescovo metropolita Angelo Raffaele Panzetta.

 

 

A rappresentare la comunità diocesana di cui il presule è padre e pastore c'erano i giovani presbiteri don Mattia Murradon Alberto Taurinodon Federico Andrianidon Andrea Gelardodon Salvatore Corvinodon Antonio De Nanni e don Gianmarco Sperani accompagnati da don Nicola Macculidon Vito Caputodon Luca Nestola e don Tony Bergamo. Presente anche Enrico De Leo, seminarista leccese, alunno del sesto anno del Pontificio Seminario Romano.

Nell'omelia di Papa Prevost (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) si è potuta scorgere subito una indicazione chiara e diretta sullo stile comunionale che deve animare e sostenere l'agire ecclesiale e pastorale di ogni credente.

Ecco le parole di Leone XIV: “La storia di Pietro e Paolo ci insegna che la comunione a cui il Signore ci chiama è un’armonia di voci e di volti e non cancella la libertà di ognuno. I nostri patroni hanno percorso sentieri diversi, hanno avuto idee differenti, a volte si sono confrontati e scontrati con franchezza evangelica. Eppure, ciò non ha impedito loro di vivere la concordia apostolorum, cioè una viva comunione nello Spirito, una feconda sintonia nella diversità. Come afferma Sant’Agostino, «un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola»”.

Non solo la capacità di saper essere un tutt'uno, quanto anche la possibilità di fare della propria fede non qualcosa di stantìo bensì qualcosa di vivo, capace di lasciarsi provocare dagli incontri, dagli avvenimenti per essere esperienza viva di incontro con Cristo.

Ancora Papa Prevost: "I Santi Pietro e Paolo ci interpellano anche sulla vitalità della nostra fede. Nell’esperienza del discepolato, infatti, c’è sempre il rischio di cadere nell’abitudine, nel ritualismo, in schemi pastorali che si ripetono senza rinnovarsi e senza cogliere le sfide del presente. Nella storia dei due Apostoli, invece, ci ispira la loro volontà di aprirsi ai cambiamenti, di lasciarsi interrogare dagli avvenimenti, dagli incontri e dalle situazioni concrete delle comunità, di cercare strade nuove per l’evangelizzazione a partire dai problemi e dalle domande posti dai fratelli e dalle sorelle nella fede. E al centro del Vangelo che abbiamo ascoltato c’è proprio la domanda che Gesù pone ai suoi discepoli, e che rivolge anche a noi oggi, perché possiamo discernere se il cammino della nostra fede conserva dinamicità e vitalità, se è ancora accesa la fiamma della relazione con il Signore: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Ogni giorno, ad ogni ora della storia, sempre dobbiamo porre attenzione a questa domanda. Se non vogliamo che il nostro essere cristiani si riduca a un retaggio del passato".

Da qui, la carezza del Papa ha toccato i 54 metropoliti tra i quali l'arcivescovo di Lecce emozionato per ciò che, a suo dire, era inimmaginabile succedesse fino a poco tempo fa e che ora, invece, si manifesta sempre più quale opera di salvezza. 

Nelle parole del Papa, dunque, non solo la spiegazione del pallio quale paramento liturgico ma anche la progettualità che da esso scaturisce. Ecco Leone XIV: “Nella gioia di questa comunione, che il cammino dei Santi Pietro e Paolo ci invita a coltivare, saluto i fratelli arcivescovi che oggi ricevono il pallio. Carissimi, questo segno, mentre richiama il compito pastorale che vi è affidato, esprime la comunione con il vescovo di Roma, perché nell’unità della fede cattolica, ciascuno di voi possa alimentarla nelle Chiese locali a voi affidate”.

Al termine della celebrazione i presenti, sciolta l'emozione per quanto vissuto, si sono stretti in un abbraccio augurale al loro pastore assicurando a lui affetto, obbedienza e preghiera per questa nuova missione che il Pastore dei pastori ha affidato alla sua persona perché, ricca di benedizioni, ricada sulla Chiesa di Lecce tutta chiamata ad essere, ogni giorno, testimone del Vangelo della Grazia. 

Nella clip di Francesco Lardiello, i momenti salienti della celebrazione di ieri. Tutto in un minuto (GUARDA)

 

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