Una serata semplice così come semplice è la persona festeggiata. E la sua semplicità è propria di chi sa stupirsi, di chi gode delle cose piccole, quelle belle, fatte di familiarità e di spontaneità.
È così che don Michele (ci sia consentito chiamarlo così almeno per un giorno), il pastore della Chiesa di Lecce, ha voluto festeggiare il suo 74.mo compleanno.
Un giorno per dire grazie al buon Dio per il dono della vita che tocca le settantaquattro primavere, circondato dalla preghiera e dall’affetto di tutta la Chiesa di Lecce e, in modo speciale, della sua famiglia: i suoi amati sacerdoti.
In un clima di grande gioia, ieri il presbiterio diocesano si è stretto attorno al proprio arcivescovo e lo ha fatto “a cena”, lì dove si creano le relazioni più autentiche, nel chiostro dell’antico seminario di Piazza Duomo.
Accanto a lui i confratelli vescovi: l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta e il vescovo Cristoforo Palmieri.
Visibilmente commosso e felice Seccia ha preso la parola a fine serata per esprimere la sua contentezza: “Miei cari fratelli, nell’episcopato e nel sacerdozio, grazie! È la parola più semplice, è quella che nasce dal cuore, è quella che rimanda all’Eucaristia! Grazie per la vostra presenza oggi qui al mio fianco, per tutto ciò che siete e fate per le nostre comunità. Nel ringraziare il Padre celeste per il dono della vita, lo lodo anche per la vostra presenza: siete nella mia vita, nella mia storia e tra i miei affetti più grandi. Continuate a volermi bene (lo so e lo sento!) ma soprattutto pregate per me!”
La torta augurale e il brindisi finale hanno suggellato un bel momento dal clima familiare, quello che chiunque ha modo di incontrare il caro don Michele, certamente non può non respirare e del quale, sicuramente resta colpito.
“Auguri eccellenza, sia davanti a noi per guidarci a Cristo, sia in mezzo a noi come fratello tra fratelli, sia dietro ognuno di noi come il pastore che custodisce il suo gregge”.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.