0
0
0
s2sdefault

Questura di Lecce anno 2020: la resilienza! Questo termine indica la nostra capacità di reagire attingendo alle energie di cui disponiamo.

 

 

 

Ecco che il linguaggio (vicinanza non distanza), usato sul selciato prospiciente l’ingresso della Questura, diventa stimolo per richiamare le nostre migliori energie e prospettive della realtà.

Viviamo un momento di grande fragilità: lockdown parziale, light, soft, totale rappresentano il momento storico di allontanamento dall’altro. Questa condizione innaturale, nonché traumatica, ci induce a congelare emozioni e sentimenti.  È come se vivessimo in uno stato di sospensione, in attesa del ritorno alla normalità.  La realtà risulta sconvolta, il nostro io viene messo in discussione, vengono meno le certezze consolidate dall’esperienza.

Di norma agiamo alla luce di ciò che già sappiamo e, in questo caso, si ricordano altre epidemie e insicurezze con cui la civiltà ha convissuto nel corso dei secoli.

Per fortuna oggi disponiamo di risorse che ci consentono di fronteggiare la pandemia del Covid 19 e possiamo immaginarne la soluzione con il ricorso a vaccini e cure specifiche.

Come affrontare, allora, le difficoltà del momento che dureranno ancora nel tempo e potrebbero avere conseguenze traumatiche soprattutto per i più fragili come i giovani?

L’unica possibilità per superare un trauma è farlo emergere, non negarlo, per elaborarne il significato.

Ciò che prima era considerato un problema appare ora come una necessità: iniziamo a riscoprire il nostro sentimento di fragilità come qualcosa di positivo.

Dal latino frangere (rompere), la fragilità è il rompersi di qualcosa o, in senso morale, il cadere in fallo. In ogni caso la fragilità rimanda a qualcosa di ‘altro’ con cui confrontarsi.

Il salto dell’uomo fragile sta nel mirare a quell’’altro’ in cui ricomporre il proprio equilibrio.

In senso cristiano l’essere fragile è prezioso agli occhi di Dio: lo incontra, lo accoglie, lo comprende, lo soccorre e lo eleva al valore assoluto della Fede.

Per lo psicanalista David Meghnag si tratta di trasformare l’esperienza in testimonianza. Il testimone è colui che ha subìto un’ingiustizia ma la trasforma in qualcosa di comunicabile ad altri.

Pensiamo al timore di sollevare una persona anziana che cade in strada e che può essere contagiata, esperienza più volte fatta da molti di noi; e allora immedesimiamoci e pensiamo a quello che fanno i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario, gli operatori ecologici, le cassiere del supermercato!

Gli altri non sono solo un oggetto e, seppure utilizzando le dovute precauzioni, solo aiutandoci reciprocamente possiamo superare la criticità del momento. Convertiamo, quindi, la paura nella riscoperta del valore del prossimo!

 

Forum Famiglie Puglia