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Il ricordo di Paolo VI - che oggi Papa Francesco proclamerà ufficialmente santo - in una articolo redazionale comparso sul “Miles Christi”, quindicinale per il clero (Molfetta, anno XLVI, n. 13-14 dicembre 1968): Papa Montini aveva appena annunciato che avrebbe trascorso il Natale del ‘68 a Taranto con gli operai del siderurgico.

Come ogni domenica, il 1° dicembre i romani ed i turisti aspettano che il Papa si affacci alla finestra, per recitare l’Angelus e dire un breve messaggio di saluto.

Si prevede che inviterà a vivere con impegno il nuovo anno liturgico. Intanto, si fa più viva la curiosità e la trepidazione dei molti che lo vedono per la prima volta in persona.

Telecamere e cineprese sono puntate sulla finestra del Palazzo apostolico, dalla quale, a cominciare da Pio XII, i pontefici si affacciano nelle più solenni occasioni per incontrare e benedire i fedeli.

Puntuale, a mezzogiorno compare il Papa che, pur nel sorriso che sgorga dal suo cuore paterno, mostra il volto sofferente per le tante questioni della Chiesa postconciliare.

Dopo un gesto di saluto, inizia il breve discorso: Vi confidiamo che speriamo celebrare la Messa notturna di Natale per i lavoratori e le maestranze.

L’annuncio è completamente improvviso ed inaspettato: il segreto è stato completamente mantenuto, e neppure i corrispondenti vaticani più esperti e fidati hanno potuto sapere qualche cosa prima. La folla ascolta le parole in silenzio, poi, resasi conto del profondo significato umano, sociale e religioso dell’iniziativa, commenta con un lungo applauso d’incoraggiamento e di sostegno.

La notizia, intanto, supera le mura del Vaticano: radio, televisione ed agenzie di stampa si dedicano alle prime considerazioni.

Nel capoluogo ionico, le reazioni sono entusiastiche e cariche d’esuberanza. Dopo un primo momento d’incredulità, si corre a cercare una conferma autorevole: la Curia arcivescovile, le varie organizzazioni ecclesiastiche, le redazioni dei giornali sono letteralmente presi d’assalto dai cittadini.

Finalmente, l’ascolto del giornaleradio fornisce la notizia ufficiale ed allora la gioia più intensa e sincera irrompe, indicibile, nell’animo di tutti. Le campane delle chiese della città e dell'arcidiocesi suonano ininterrottamente per un’ora. Tutti comprendono il valore eccezionale dell’avvenimento.

Taranto, che secondo la tradizione aveva già avuto l’onore di ospitare l’apostolo Pietro, comprende subito che l’occasione è unica, che sta per essere scritta una pagina indimenticabile di storia.

Il viaggio è compreso da tutti nel suo vero significato pastorale, come dichiara subito un operaio del centro siderurgico: “Questa non è certo una visita d’affari o per appagare una curiosità; è un incontro con noi”.

È il suggestivo segno del dialogo della Chiesa con il mondo del lavoro.

 

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