0
0
0
s2sdefault

È ancora forte in me l’emozione provata ieri sera, per l’apertura della festa patronale di quest’anno. L’attesa febbrile in Piazza Duomo, all’inizio della solenne processione, poi il percorso tra le viuzze del nostro centro storico nel quale i leccesi si stringono l’uno all’altro come in poche altre occasioni durante l’anno, fino all’ingresso trionfale del santo patrono nella Piazza a lui dedicata, che si colora istantaneamente tra lo stupore della folla.

 

E, per concludere, il messaggio di mons. Michele Seccia alla città, come sempre propositivo, attento, fondato sull’esperienza quotidiana di una Curia che a Lecce è sostegno e conforto per tanti concittadini in difficoltà.

Nell’augurare a tutti i lettori di Portalecce di poter vivere serenamente e pienamente l’appuntamento della festa patronale, mi pongo al fianco dell'arcivescovo sottoscrivendo l’appello che ha voluto rivolgere ai leccesi: “Siate primi cittadini del vostro quartiere”, ha detto, invitando tutti a sentirsi parte della comunità, assumendo su di sé la responsabilità di prendersene cura. È il compito di un sindaco, ed è il compito, ugualmente importante, di ogni cittadino, anche in rapporto alla sofferenza e alle difficoltà che quotidianamente ciascuno di noi incrocia nei propri percorsi quotidiani.

Le comunità coese sono quelle che si pongono la sfida di includere e sostenere quanti sono in difficoltà, i più meritevoli progetti politici e amministrativi sono quelli che si pongono l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro: in tempi nei quali l’indifferenza e le parole di odio e di biasimo nei confronti dei più deboli sono diventate consuete nel linguaggio politico, noi dobbiamo avere il coraggio di opporre la solidarietà all’indifferenza, l’umanità al risentimento, lo spirito di comunità all’individualismo. Le solitudini moderne, fatte di depressione e dipendenze patologiche - come quella gravissima della ludopatia - le difficoltà economiche dei nostri vicini, spesso aggravate dal ricorso all’usura, i silenzi nei quali si consumano drammi individuali e familiari, ci riguardano tutti perché riguardano la nostra comunità.

Siamo leccesi, “core presciatu” dice una canzone popolare che ognuno conosce. La spontaneità e lo slancio generoso verso l’altro, fanno parte della nostra identità. In questi giorni colmi di emozione che la festa ci regala il mio invito è a coltivare il meglio di questo sentimento popolare, contribuendo a rendere Lecce una città migliore nella quale vivere partendo dal proprio quartiere. Consapevoli, come abbiamo imparato in questi anni, che ciascuno può contribuire a rafforzare lo spirito di comunità con piccoli e significativi gesti di impegno quotidiano, perché Lecce è di tutti, nessuno escluso.

 

Forum Famiglie Puglia