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Un grande sociologo contemporaneo, Z. Bauman, visitando Berlino, rimase colpito e si fermò in silenzio a meditare su poche parole che un anonimo pennello aveva tracciato sul famoso muro che divideva in due parti la città.

 

C’era scritto:

Il tuo Cristo è un ebreo.

La tua macchina è giapponese.

La tua pizza è italiana.

La tua democrazia greca.

Il tuo caffè brasiliano.

La tua vacanza turca.

I tuoi numeri arabi.

Il tuo alfabeto latino.

Soltanto il tuo vicino è uno straniero.

Tutta la storia dell’uomo è una storia di incontri e di scambi. Sicuramente ci sono state anche le lotte, i conflitti e le guerre. Ma chiediamoci: da dove viene la nostra cultura e la nostra ricchezza: dagli scontri o dagli incontri; dai respingimenti o dalla integrazione?

Abbiamo dimenticato le nostre migrazioni? Quanti hanno lasciato l’Italia per andare lontano. Quanti sono nati da Italiani emigrati nel Nord America, in Argentina, in Brasile, in Australia, in Svizzera, in Francia, in Belgio, in Germania? … E, per converso, quante volte è accaduto che l’Italia abbia avuto bisogno - ed ha ricevuto - aiuti significativi di tipo economico, sociale e persino militare… Senza andare molto indietro nel tempo, pensiamo all’ultima guerra, consideriamo - da Salentini - i Polacchi giunti sin fra le nostre case, per dare aiuto all’Italia.

Oppure, in termini meno impegnativi, pensiamo alla nostra cucina, alle nostre abitudini alimentari: come faremmo, oggi, senza gli ingredienti giunti da lontano. I Napoletani avrebbero mai potuto inventare la pizza, se non avessero potuto adoperare il pomodoro, giunto in Europa soltanto nel 1540?

Gli è che tutta la storia testimonia viaggi, incontri, scambi, migrazioni e straordinarie forme di integrazione. È questa la ricchezza delle civiltà.

Si nasce in una famiglia, ci si nutre con la storia del proprio gruppo di appartenenza e si diventa grandi davvero, soltanto quando ci si mette in dialogo con altri gruppi ed altri mondi.

Il nostro personale profilo è fatto di scelte progressive e successive. L’identità culturale di un gruppo etnico ha radici composite e molteplici, da cui ciascuno trae gli spunti migliori per costruire la propria distinta ed originale identità.

Non c’è nessun motivo per temere il rischio del meticciamento. La cultura è meticcia, la storia narra di scontri e di incontri e gli incontri “armoniosi” generano progresso e sviluppo.

Ricordiamoci e valorizziamo sempre della nostra storia: scopriremo la ricchezza della nostra provenienza e capiremo quanto sia ricca di doni e di speranza la stagione che oggi ci viene offerta dalla Provvidenza.

 

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