Si è conclusa con la piantumazione di un ulivo nella villa comunale la visita pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia alle parrocchie del centro storico.
Un gesto semplice ma eloquente, segno di pace e di impegno futuro, che ha idealmente raccolto il senso profondo di questi giorni intensi vissuti a stretto contatto con la comunità.
La visita si è svolta nell’arco di alcuni giorni, durante i quali l’arcivescovo ha incontrato le diverse realtà che compongono il tessuto umano, sociale ed ecclesiale del territorio. Un itinerario fatto di ascolto e prossimità, volto a conoscere da vicino le gioie, le sfide e le speranze di una Chiesa che, pur nelle limitazioni dovute alla particolare impostazione del centro storico, si impegna ogni giorno nel servizio e nell’annuncio del vangelo.
Accompagnato dal parroco, don Vito Caputo, l’arcivescovo ha voluto incontrare alcune delle presenze significative del centro storico: dai commercianti, custodi della vita quotidiana della città, alle associazioni che operano in ambito educativo e sociale, fino agli ammalati della parrocchia, visitati con delicatezza e spirito di vicinanza. Ogni tappa è stata vissuta come un momento di dialogo autentico, in cui la voce della comunità ha potuto esprimersi con sincerità, e trovare nel pastore comprensione, incoraggiamento e orientamento.
In particolare, don Vito ha voluto sottolineare il valore umano e spirituale di questa esperienza condivisa: «Abbiamo vissuto un tempo prezioso, fatto di volti, parole e silenzi, ma soprattutto di ascolto reciproco. L’Arcivescovo non è passato tra noi come un visitatore, ma come un padre che si ferma, guarda negli occhi, incoraggia e invita a guardare avanti».
Accanto alla dimensione pastorale, non sono mancati i momenti comunitari e celebrativi. La Veglia di Pentecoste, presieduta sabato sera nella cattedrale, è stata vissuta, da tutta la diocesi, con grande partecipazione e raccoglimento, mentre nella celebrazione eucaristica di domenica mattina l'arcivescovo, amministrando il sacramento della Confermazione a un gruppo di adulti, li ha esortati a essere segno di una fede che cresce e si rinnova nella maturità della scelta consapevole.
La visita, vissuta in un clima di comunione e corresponsabilità, ha offerto alla comunità l’occasione di rileggere il proprio cammino alla luce del Vangelo, riscoprendo l’importanza di una Chiesa capace di accogliere, servire, custodire.
Il parroco auspica che l'esperienza della Visita possa dare nuovo slancio pastorale per camminare con più vigore nella gioia del vangelo.
L’ulivo piantato a conclusione del percorso vuole allora essere più di un simbolo: è un invito a continuare a seminare speranza, a crescere in fraternità, a radicarsi nella Parola per portare frutto nella vita concreta di ogni giorno.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.