La parrocchia di Santa Maria della Porta in Lecce è pronta ad accogliere domani 4 aprile l’arcivescovo Michele Seccia in occasione della visita pastorale. Abbiamo chiesto al parroco don Giovanni Serio di presentare la comunità e il territorio nella quale essa vive e di anticipare ai lettori di Portalecce quali sono le aspettative per questo incontro così atteso (GUARDA).
Don Giovanni, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale nella tua comunità?
La comunità parrocchiale di Santa Maria della Porta in Lecce, si inserisce in un contesto sociale caratterizzato da una composizione eterogenea. Da un lato, abbiamo famiglie storicamente radicate nel territorio, dall’altro una crescente presenza di giovani coppie e di persone provenienti da altre regioni o nazioni. Ne consegue che si tratti di una realtà vivace che pone continuamente le sfide dell’integrazione e nella partecipazione attiva alla vita comunitaria. A livello ecclesiale, la parrocchia è un punto di riferimento per molti fedeli, anche se si riscontra una partecipazione discontinua, soprattutto tra i giovani e le famiglie. La presenza di associazioni e gruppi ecclesiali è un segno di vitalità, ma serve un maggiore coinvolgimento della comunità nella missione pastorale.
Quali sono i punti forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
Nell’ambito della liturgia i punti di forza sono le celebrazioni curate, con una buona partecipazione di fedeli e di ministri liturgici (lettori, coro, chierichetti). L’attenzione alla bellezza della liturgia aiuta a vivere con profondità l’esperienza della fede. Per ciò che riguarda le fragilità, la partecipazione alla messa domenicale potrebbe essere più larga, specialmente tra i giovani. Inoltre, si nota la difficoltà nel coinvolgere nuove persone nei servizi liturgici. Nell’ambito della catechesi esiste un gruppo di catechisti motivati e preparati, che seguono il cammino di iniziazione cristiana con impegno. Sono attivi anche percorsi per adulti e per coppie. Tuttavia, la catechesi non sempre riesce a coinvolgere stabilmente le famiglie, che spesso delegano completamente la formazione ai catechisti. Manca inoltre una proposta efficace per gli adolescenti dopo la Cresima. Infine, esiste una Caritas parrocchiale ben organizzata, che offre sostegno a famiglie bisognose e promuove iniziative di solidarietà. Buona la collaborazione con la realtà del territorio. Tuttavia le richieste di aiuto stanno aumentando, mentre il numero di volontari è limitato. È necessario sensibilizzare di più la comunità sul valore della condivisione e dell’aiuto ai più deboli.
Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale? Quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
La Visita Pastorale dell’arcivescovo è un momento di grazia e di verifica per la nostra comunità. Ci aspettiamo un incoraggiamento nella missione evangelizzatrice e un aiuto per affrontare le sfide pastorali con rinnovato entusiasmo. Gli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere a breve e media scadenza sono tre: migliorare il coinvolgimento della comunità nella liturgia, incentivando la partecipazione attiva e la formazione di nuovi ministri; rafforzare il legame tra catechesi e famiglia, promuovendo incontri dedicati ai genitori per accompagnare il cammino di fede dei figli; potenziare le opere di carità, sensibilizzando la comunità e cercando nuove risorse per rispondere alle necessità sempre più crescenti. Chiediamo all’arcivescovo di aiutarci a discernere le strade migliori per crescere nella fede e nella testimonianza cristiana, affinché la nostra parrocchia sia sempre più una ‘famiglia di famiglie’ accogliente e missionaria.