Quale giorno migliore poteva esserci per salutare la conclusione della Visita Pastorale che l’arcivescovo Michele Seccia ha compiuto la scorsa settimana nella comunità parrocchiale di Santa Maria dell’Idria, se non nella quarta domenica di Quaresima, in cui la Chiesa universale celebra la domenica Laetare?
Una felice combinazione, ma noi cristiani sappiamo fin troppo bene che non di coincidenza o combinazione si tratta, bensì di un dono della grazia, di un piccolo segno della provvidenza, di quel Dio che mai si stanca di amare le sue creature nonostante le nostre continue infedeltà e cadute.
Alla messa presieduta dal presule, hanno concelebrato il parroco e superiore, Padre Carmine Madalese, i padri della piccola comunità vincenziana che reggono da quasi settant’anni la parrocchia presente sul territorio e il vescovo emerito della diocesi di Rrëshen, Cristoforo Palmieri. L’Eucaristia è certamente il momento più alto che manifesta ed esprime la Comunione ecclesiale, specialmente quando è presieduta dall’arcivescovo diocesano che ne è fondamento e garante visibile, ed è partecipata in modo attivo e consapevole dai fedeli laici.
Sono stati tre giorni intensi strutturati tra racconti di esperienze vissute vicino alle tante famiglie in difficoltà assistite dal volontariato vincenziano, incontri con gli anziani e gli ammalati, confronti con i bambini e i ragazzi delle scuole cattoliche paritarie e della catechesi che non hanno fatto mancare alcune domande riguardanti la sua storia vocazionale e i suoi sogni da ragazzo e ora vescovo, con gli allievi in formazione per ufficiali, sottufficiali e della Scuola di Cavalleria dell’Esercito Italiano presso la Caserma Zappalà sotto la guida del Comandante di Brigata il gen. Matteo Rizzitelli, il saluto istituzionale con la presidente del Tribunale dei minori di Lecce la dott.ssa Bombina Santella, con gli operatori pastorali e con tutti coloro che si sono avvicinati al pastore per un saluto, un incoraggiamento, una benedizione. La Visita Pastorale è stata certamente l’occasione per conoscersi meglio e per stringersi intorno al pastore e al parroco con l’augurio che ognuno sappia cogliere questo momento per una riflessione sull’appartenenza alla comunità parrocchiale e per condividere le fatiche, le gioie e la crescita personale.
Nell’omelia nella messa di apertura della Visita Pastorale, il presule ha invitato tutti a riscoprire la luce, a sentire la gioia dell’incontro soprattutto quando il vescovo si presenta in visita parrocchiale per avere una visione di insieme delle diverse realtà che animano e alimentano la comunità. Queste le sue parole “continuate a tener viva questa piccola comunità che sarà il futuro della fede cristiana e custoditela come un bene prezioso, specialmente voi che state vivendo, in modo particolare, questo anno giubilare per i 400 anni di Fondazione del carisma vincenziano. In tante esperienze di annuncio e di carità sorrette da un volontariato generoso e presente un po’ ovunque, non mancano persone che si rendono disponibili a investire il proprio tempo nel servizio della catechesi e della carità verso i poveri, e verso tutti coloro che vivono momenti difficili e faticosi. Certo è che rispetto a tanti altri che vivono per sé stessi o chiusi nel loro mondo fatto di interessi personali, voi siete un segno di speranza e vi ringrazio perché mostrate a tutti che la vita si gioca felicemente solo se si dona. Voi testimoniate che se vuoi vita devi dare vita e se vuoi amore devi dare amore. E la vera felicità sta nel donarsi.”
La comunità ha manifestato una grande accoglienza verso il suo pastore impegnandosi a mettere in pratica gli aggettivi e i verbi che il presule ha consegnato all’assemblea durante la celebrazione domenicale “Gioia, gratitudine e speranza. Sono i sentimenti che porto nel cuore, perché in questi giorni ci siamo incontrati, ci siamo capiti, ci siamo ascoltati e ci siamo voluti bene”.
Prima della benedizione finale, il parroco ha rivolto un indirizzo di saluto ringraziandolo del servizio che svolge in modo instancabile come pastore docile e attento e ha consegnato i doni che la comunità ha pensato di omaggiare al presule come “dono simbolico, personale - ha affermato Padre Carmine - perché quando regali a qualcuno il tuo tempo regali un pezzo della tua vita”. E ha continuato: “nel segno della speranza vogliamo leggere la sua presenza, il tempo che ha dedicato in questi giorni in mezzo a noi che infonde coraggio a tutta la comunità parrocchiale, a chi vive e lavora nel territorio, ai fratelli e sorelle ammalati ma presenti spiritualmente.” Sono stati giorni intensi quelli vissuti insieme a mons. Seccia, ma per il Vescovo lo saranno ancora di più quelli che verranno, che lo condurranno in altre parrocchie a conoscere altre persone, ad entrare in contatto con altre realtà, a camminare in altri luoghi.
La Visita si è conclusa con la piantumazione dell’ulivo, dono dell’arcivescovo alla comunità vincenziana come segno di pace, unità di rinascita e presenza del Cristo Buon Pastore.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli