Emozione e gratitudine per la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia alla parrocchia leccese di San Filippo Smaldone, che nel weekend appena trascorso ha aperto le porte del quartiere per raccontare al pastore le molteplici sfaccettature di una periferia in fervente crescita.
Dall’oratorio al consiglio pastorale, dalla catechesi al coro, dall’ecologia ad attività sportive per bambini e anziani, dai corsi spirituali post-matrimoniali alla neonata Caritas e a persone che con devozione e talento artistico, anno dopo anno, curano la preparazione del presepe per Natale: tante e variegate le attività legate ai gruppi aggregativi presentate a cuore aperto a mons. Seccia in occasione della Visita Pastorale presso la parrocchia leccese di San Filippo Smaldone, l’ultima nata in città per volere dell’arcivescovo Ruppi subito dopo la canonizzazione del santo leccese, esattamente 18 anni fa.
“Parrocchia chioccia”: così l’ha definita il parroco, don Carlo Santoro, nel descrivere le iniziative che la vedono protagonista, tra le altre cose, di una costante raccolta di viveri - in primis uova sode - destinati ai senzatetto della città. Una comunità giovane nella sua costituzione come parrocchia ma, al tempo stesso, in continua crescita, grazie all’espansione del quartiere, cuore pulsante di una realtà che, per le dinamiche degli ultimi anni, non sono state prive di difficoltà e umane fragilità. Un territorio, quello del cosiddetto rione San Giacomo, considerato da sempre periferico ma a due passi dalla stazione e dal centro storico, oggi ricco di attività imprenditoriali e servizi a 360° ma ancora carente di punti di ritrovo per giovani e collegamenti con le linee di trasporto pubblico, che rendono tuttora difficile lo spostamento fuori dal quartiere soprattutto a persone anziane o con fragilità.
Ad evidenziarlo, con una lucida visione d’insieme sull’excursus di questo ventennio, lo stesso don Carlo, nel corso di uno degli incontri con mons. Seccia: “Dopo gli entusiasmi degli inizi con don Giovanni Serio, la costruzione della Chiesa è stata attraversata dal periodo della pandemia che, se ha messo in difficoltà parrocchie con tradizioni già radicate, figuriamoci una comunità giovane che si stava costruendo, per cui ora, con fatica ma con entusiasmo, è impegnata a ripartire per crescere come comunità. Diverse persone si sono avvicinate o riavvicinate alla parrocchia offrendo tempo, talenti ed entusiasmo a servizio della comunità e questo ha permesso loro di conoscersi e di creare nuove relazioni”.
Una molteplicità di emozioni ma anche una grande spontaneità hanno accompagnato tutte le tappe di questi tre giorni intensi e particolarmente densi di appuntamenti, attraverso i quali l’Arcivescovo si è addentrato, seppur in punta di piedi e con grande discrezione, nel tessuto sociale della zona, ponendosi in ascolto di anziani e bambini, ammalati e commercianti, dell’Ens provinciale e delle Suore Salesiane dei SS. Cuori, dei parrocchiani e dell’Istituto Presta Columella, concludendo emblematicamente la Visita Pastorale con la celebrazione del sacramento della Cresima e con un conviviale pranzo di comunità ospitato nel salone parrocchiale. Proprio per questo è stato accolto da tutti con grata commozione e a braccia aperte quale parte integrante di quella famiglia unita nella fede che prende il nome di ecclesía, come se avesse da sempre percorso le strade del quartiere, vissuto le sue gioie, attraversato i suoi dolori.
“La vostra nutrita presenza in questa visita pastorale, per fermarvi a dialogare con me, è motivo di gratitudine e compiacimento - ha dichiarato mons. Seccia -. Il vescovo non è un ispettore ma un collaboratore e un fratello maggiore. San Paolo scriveva: ‘Non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia’. Spesso in occasione di questi incontri non si fermano molte persone, eppure non capita tutti i giorni che il vescovo passi per parlare ma soprattutto per ascoltare, per capire come voi siete aggregati nella parrocchia. Questo vuol dire che la vostra è una realtà attiva e vi prego di continuare, cercando anche di allargare gli orizzonti per quanto possibile: più teste, più pensieri, più proposte, più creatività all’interno del contesto parrocchiale ne sono il vero valore aggiunto”.
“In questi giorni abbiamo condiviso il Pane della parola e dell’Eucaristia con mons. Seccia, che ci ha ascoltato, corretto, confermato nella fede e sostenuto nella testimonianza dell’amore per far crescere in noi la gioia di essere discepoli di Cristo oggi e qui - ha commentato Barbara a nome del consiglio pastorale parrocchiale -. Come popolo in cammino abbiamo testimoniato il Signore in un mondo che ne fa sempre di più a meno, abbiamo avuto la gioia di stare con lui, mandato nella nostra chiesa di Lecce come immagine vivente di quell’unico Pastore che è Gesù”.
“Abbiamo avuto l’onore di accogliere l’arcivescovo, in occasione della sua Visita Pastorale presso la comunità parrocchiale di San Filippo Smaldone, di cui il nostro istituto fa parte - scrive la comunità scolastica dell’IISS Presta Columella -. Il vescovo è stato accolto da una delegazione di studenti, che hanno presentato la scuola e illustrato le attività didattiche e laboratoriali che caratterizzano l’offerta formativa dell’istituto. Durante la visita, mons. Seccia ha potuto conoscere da vicino i laboratori didattici dell’edificio storico, l’azienda agraria e i laboratori della sede di Panareo, luoghi in cui gli studenti svolgono quotidianamente esperienze formative di alto valore tecnico e professionale. L’incontro si è concluso presso il Parco Archeologico di Rudiae, un luogo di grande rilevanza storica per il territorio, a testimonianza del legame tra cultura, formazione e identità locale. La nostra comunità scolastica ringrazia mons. Seccia per la sua visita e per il messaggio di vicinanza e speranza rivolto agli studenti e al personale della scuola”.
Photogallery di Arturo Caprioli.