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Prende il via oggi 21 febbraio la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia nella parrocchia di Castromediano, intitolata a Mater Ecclesiae. Don Sebastiano Latino, il parroco, presenta la sua comunità ai lettori di Portalecce.

 

 

 

 

Don Sebastiano, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale nella tua comunità? 

 

La comunità di Mater Ecclesiae è molto disomogenea, la maggior parte delle persone proviene dai paesi limitrofi alla città, per cui questo non favorisce un’identità sociale come negli altri centri parrocchiali. Infatti, molti fedeli durante le feste e nei fine settimana tornano nei paesi di origine, soprattutto in estate, dalla seconda metà di maggio fino a fine settembre, il quartiere è praticamente vuoto. Il territorio, tuttavia, è molto esteso. Presenta una realtà centrale e storica dove è situata la parrocchia. È presente anche una sottozona pastorale dove è situata la rettoria di Gesù maestro, ristrutturata recentemente, nella quale ho ripreso a celebrare solo il sabato pomeriggio.

 

 

Quali sono i punti forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

 

Per quanto riguarda i gruppi della liturgia, della catechesi e della carità, lavorano molto bene anche con grade entusiasmo purtroppo in alcuni gruppi grava il peso dell'età e alcuni devono fare i conti con la malattia, tuttavia in qualche gruppo come quello dei catechisti ci sono segnali di ripresa con l'ingresso di nuove forze giovani, come anche nel gruppo liturgico.

 

 


Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale? Quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

 

Per quanto riguarda gli obiettivi futuri, si sta pensando già da tempo a realizzare la realtà dell’oratorio, ma sinceramente si fa molta fatica per la mancanza educatori, infatti a tal proposito e dopo una lunga esperienza, ritengo che gli oratori ormai non siano più semplicemente campi da calcio, palestre o altro, che appartenevano al periodo che va dagli anni ‘80 fino al 2000. Oggi la realtà oratoriale è utile per creare esperienze di crescita cristiana, anche perché, secondo la mia opinione, ormai è facile trovare altri ambienti che offrono le stesse attività ludiche e sportive e, soprattutto, ritengo che non è più compito della Chiesa dare ai giovani questo tipo di attività. Pertanto. la presenza di educatori, cioè persone cristianamente mature, ancora stenta, ma con l'aiuto di Dio, spero che ci muoveremo in questa direzione.

 

 

 

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