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Dopo aver visitato nello scorso weekend la comunità parrocchiale leccese di San Lazzaro, oggi 7 febbraio, per l’arcivescovo Michele Seccia si aprono le porte della parrocchia di Santa Lucia guidata dal parroco don Antonio Perrone. Nell’intervista che segue egli presenta la sua comunità ai lettori di Portalecce.

 

 

 

Don Antonio, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale nella tua comunità?

 

Venendo a Santa Lucia per la sua Visita Pastorale, l’arcivescovo si troverà dinanzi a una realtà abbastanza variegata. Il quartiere dove è ubicata la chiesa è in continua espansione. Negli ultimi anni numerose sono state le nuove costruzioni di abitazioni che hanno visto l’insediamento di tante famiglie provenienti da altre parti della città e da altre città e paesi. Intorno a un nucleo di alcuni decenni fa, quindi, si sono sviluppati nuovi centri abitativi in un territorio molto vasto, tanto che la nuova chiesa inaugurata nel dicembre del 2008 risulta ormai decentrata rispetto al territorio parrocchiale. Dal punto di vista sociale molti sono professionisti con un tenore di vita medio-alto. A una discreta presenza di fascia media si aggiunge una piccola parte della comunità che presenta delle criticità che necessitano di interventi costanti da parte della Caritas parrocchiale.

 

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

 

Per quanto riguarda la liturgia, la stessa viene curata nella semplicità dei riti dando particolare attenzione alla Parola di Dio, dalla quale scaturisce una catechesi costante e continua, privilegiandone la spiegazione non solo nei giorni festivi ma anche in quelli feriali a cui si aggiungono periodicamente incontri di Lectio divina e di conoscenza della Sacra Scrittura. Particolare attenzione viene riservata al canto con la presenza dei diversi cori in tutte le messe prefestive e festive. L’adorazione eucaristica, poi, è l’appuntamento di ogni giovedì per tutto l’anno. Riguardo alla catechesi dell’iniziazione cristiana vi è una buona partecipazione anche se al di sotto delle aspettative tenendo conto del numero di famiglie presenti sul territorio parrocchiale. Un bel numero di famiglie comunque partecipa alla vita della comunità, anche se per altre ci si limita solo a una richiesta di sacramenti. Una seria criticità è rappresentata dalla scarsa presenza di ragazzi nel post-Cresima e nella fascia giovanile. La Caritas parrocchiale è ormai una realtà consolidata nel tempo con la presenza di diversi volontari, alcuni dei quali si dedicano al centro di ascolto, altri all’impegno di assistenza alle famiglie attraverso la consegna di generi alimentari, altri ancora al doposcuola per ragazzi che necessitano di essere seguiti nel loro percorso scolastico. Nella seconda domenica di ogni mese, poi, nella comunità viene celebrata la domenica della solidarietà per raccogliere fondi e generi alimentari per le famiglie bisognose.

 

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale? Quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

 

La presenza del vescovo che viene a visitare la nostra comunità è certamente motivo di gioia, ma, credo, soprattutto opportunità di conoscenza reciproca. Come il vescovo avrà la possibilità di conoscere meglio e in modo diretto persone e situazioni, così tante persone avranno l’occasione di avvicinare il nostro pastore, di ricevere da lui una parola di incoraggiamento per il proprio percorso di fede e si potrà soprattutto apprezzarne maggiormente il lato umano di attenzione a ognuno che lo caratterizza. Come comunità, poi, una Visita di pochi giorni non potrà realisticamente portare cambiamenti radicali, ma sarà sicuramente momento di ripartenza con maggiore entusiasmo e slancio per una testimonianza più consapevole della propria fede.

 

 

 

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