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I giorni del lockdown sembrano ormai un lontano ricordo e, seppur con tanta prudenza, le tenebre di quelle settimane a cavallo tra marzo e aprire dello scorso anno cedono il passo alla speranza.

 

 

 

La Pasqua del 2020 non sarà certo ricordata come la più bella, bensì come quella dell’essenziale, svuotata perfino di tutto quanto ne rappresenta un viatico essenziale, i riti della settimana santa.

Trecentosessantacinque giorni dopo, la celebrazione pasquale avrà ben altro sapore, quello di una ripresa nella quale anche la Chiesa tutta e, in modo particolare quella di Lecce, hanno giocato un ruolo fondamentale attraverso l’applicazione di norme, protocolli e con alla base una grande dose di responsabilità collettiva.

Per tale motivo, recependo le istanze che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha emesso il 5 febbraio u.s. e che la Conferenza episcopale italiana ha fatto sue in toto, l’arcivescovo Michele Seccia attraverso una nota inviata al presbiterio leccese tramite l’Ufficio liturgico diocesano (LEGGI QUI) ha esortato alla partecipazione attiva e responsabile ai riti della Grande Settimana, nell’ ossequioso rispetto delle normative vigenti.

In modo particolare ha posto l’accento su alcuni aspetti che strutturano tali giorni, centrali per il popolo cristiano.

La Domenica delle Palme avrà al centro la commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme; sarà celebrata con il secondo formulario (ove ce ne fosse esigenza anche con il III formulario) avendo cura che celebrante e fedeli possano recare in mano solo il ramoscello d’ulivo o di palma portato con sé ed evitando gli assembramenti e i passaggi di mano in mano.

Evento cardine della Chiesa diocesana è la Messa del Crisma che nella cattedrale di Lecce si svolgerà nel pomeriggio mercoledì 31 marzo  e vedrà riuniti col presule leccese presbiterio diocesano e religioso, collegio dei diaconi e un rappresentante del consiglio pastorale parrocchiale per quella che rappresenta l’epifania della comunità ecclesiale locale in tutte le sue espressioni.

Portale d’ingresso nel Triduo sarà la celebrazione della Missa in Coena Domini nel Giovedì santo: la situazione sanitaria attuale non consente lo svolgimento del rito della lavanda dei piedi mentre sarà possibile, terminata la celebrazione in cui si fa memoria della istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale, portare il Santissimo Sacramento in un luogo a parte per la reposizione, raccomandando ai fedeli di non spostarsi tra le chiese.

L’azione liturgica del Venerdì santo, sarà vissuta nella sua singolare bellezza attraverso l’ascolto della Parola, la preghiera universale con una menzione per il mondo colpito dalla pandemia e con l’eccezione che a fare l’adorazione della croce con il bacio sarà soltanto il sacerdote che presiede tale celebrazione.

Non subisce variazioni la Veglia Pasquale che potrà essere celebrata in tutte le sue parti e in un orario compatibile con il coprifuoco eventuale.

Il pio esercizio della Via Crucis è da svolgersi all’interno delle chiese evitando il movimento dei fedeli mentre restano abolite le processioni e gli altri gesti di pietà popolare.

Portalecce e Telerama, dal canto loro, seguiranno i riti presieduti in cattedrale dall’arcivescovo per permettere la partecipazione a quanti ne sono impossibilitati. Nei prossimi giorni saranno comunicati gli orari delle singole celebrazioni.

 

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