0
0
0
s2sdefault

Alla presenza dei rappresentanti e referenti delle realtà ecclesiali e associative della diocesi di Lecce, presbiteri e laici, nella parrocchia cittadina di Santa Lucia ieri ha preso il via l’Assemblea diocesana per il cammino sinodale voluto fortemente da Papa Francesco, sulle coordinate: comunione, partecipazione, missione.

 

 

 

L’Assemblea diocesana è stata anche trasmessa in diretta sulla pagina Fb di Portalecce (GUARDA) in modo da raggiungere quanti più fedeli possibile.

L’arcivescovo Michele Seccia ha esordito così: “La prima parola, di cui non dobbiamo avere timore, è la parola Sinodo”, don Francesco Nigro, presbitero della Chiesa di Taranto, docente di teologia sacramentaria presso l’Istituto teologico “Regina Apuliae” di Molfetta e presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Taranto, nonché responsabile dell’Ufficio catechistico regionale, ha voluto chiarire: “Cosa non è il sinodo”. Fugare i dubbi e le perplessità su questo termine è stata la linea di partenza della introduzione del vescovo Seccia e della densa relazione di don Francesco. 

Per l’arcivescovo (LEGGI IL TESTO INTEGRALE): “Sinodo è un termine che sottolinea la grazia contenuta in ogni tempo della vita della Chiesa e che ci viene donata quando si cammina insieme”. Vita della Chiesa che si fonda sull’ascolto, seconda parola della sua riflessione, con il quale stiamo facendo i conti in questo periodo di forzatura pandemica soprattutto nelle famiglie. Risuona ancora forte quel “Ascolta popolo mio” con cui mons. Seccia ha iniziato il suo ministero nella Chiesa di Lecce. “L’ascolto spalanca la finestra al vento dello Spirito Santo”. Il che conduce alla sua terza parola: il kerigma, “che è l’annuncio della possibilità data all’uomo dell’incontro vivo con il Signore Risorto”. Camminare in maniera sinodale insieme diventa fondamento perché ciascuno di noi sia sacramento della missione della Chiesa. Il senso della Chiesa è tutto qui: servizio di incontro e ascolto dell’altro.

Il Sinodo non è una ‘esperienza pesante’, ha poi chiarito don Francesco Nigro (LEGGI IL TESTO INTEGRALE); non è una invenzione di Papa Francesco; non è una esperienza di ‘democratizzazione della Chiesa’ e “il cammino sinodale non sostituisce la ‘pastorale ordinaria’, ma si pone a fondamento”. Citando Christoph Theobald, il quale parla di ‘esculturazione’, don Francesco ha ribadito che siamo in un contesto non più cristiano: “Il cristianesimo viene eliminato dalla nostra cultura”.

Allora cosa dobbiamo intendere per ‘sinodo’? La sinodalità è “forma, stile e struttura della Chiesa. Il cristianesimo non è semplicemente un insieme di dottrine e di norme morali, ma è una forma di vita”.

Il relatore ha suggerito di conseguenza le attitudini specifiche per un autentico cammino sinodale, tra le quali: l’umiltà nell’ascolto, la disponibilità a cambiare le nostre opinioni, combattere il virus dell’autosufficienza, superare le ideologie. 

Dopo aver fornito suggerimenti concreti su cosa siamo chiamati a fare, don Francesco ha sintetizzato affermando che “Non siamo noi i ‘salvatori’, ma i servi, il sacramento di Cristo in questo mondo”.

A seguire, dopo gli interventi, si è dato spazio alle domande dei convenuti all’incontro, secondo un metodo assembleare che, per il vicario generale don Luigi Manca, è sostanza dello stile sinodale.

La preghiera iniziale e la benedizione finale hanno sugellato i lavori dell’assemblea.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli.

 

 

 

Forum Famiglie Puglia