0
0
0
s2sdefault

È iniziata ieri la tre giorni che il clero leccese, convocato dall'arcivescovo Michele Seccia, sta vivendo presso l'aula magna dell'Istituto superiore di scienze religiose metropolitano "don Tonino Bello" di Lecce e avente come tema centrale "Una pastorale tra la fragilità e la speranza. Impegno di comunione in stile sinodale”.

 

 

 

Dopo la preghiera dell'ora terza è toccato a mons. Seccia introdurre il senso di questo tempo di grazia e di formazione che ha al proprio centro la dimensione della speranza. Ha affermato: "Cari confratelli nel sacerdozio e cari diaconi, vorrei che, come ministri ordinati, ci riscoprissimo chiamati ad annunciare la speranza che non è la realizzazione di qualcosa che riguarda il futuro; essa è la capacità di fare già oggi ciò che nel tempo può aiutarmi a perseguire il fine ultimo prefissato. Vorrei allora che annunciaste questo non solo dai pulpiti ma soprattutto nella visita agli ammalati che, forse più di ogni altro, faticano ad essere speranzosi".

Si è, quindi, entrati subito nel vivo dei lavori con la relazione tenuta da mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano collegato online con l’aula dal titolo "Comunione per la missione in uno stile sinodale".

Da subito il presule ha inteso, attraverso un excursus veterotestamentario, portare l'uditorio a comprendere la fonte della comunione e l'oggetto da annunciare in un cammino sinodale e che è Dio.

Ha detto: "Cari sacerdoti, cari diaconi, il rischio di fare una pastorale di parole eleganti può essere sempre in agguato; abbiamo l’esigenza di guardare l'essere solidale di Dio nella storia del suo popolo, talmente tanto solidale da coinvolgersi nella vicenda del popolo eletto, così come anche la divina sinodalità, la capacità, cioè, di Dio di camminare con il passo dell'uomo".

È, questa, una discriminante fondamentale che consente di sviluppare un itinerario di annuncio che sia fortemente focalizzato in prima battuta sulla missione. Essa non è l'azione di chi parte in terre lontane per compiere azioni umanitarie ma è la capacità insita nella vita di ogni battezzato e che, radicitus, lo porta ad annunciare il Vangelo.

Bella la riflessione del vescovo di Cerignola: "non è l'uomo ad essere ideatore di missione ma è Dio il suscitatore di quella che potremmo dire essere l'azione primaria dell'agire ecclesiale. Una Chiesa che non parte dalla sua vocazione missionaria finisce per perdere la sua vera e reale identità".

Questa determinazione, nel quadro presentato dal relatore, è conditio sine qua non per impostare un agire sinodale.

Un cammino presbiterale ed ecclesiale non può prescindere dalla dimensione di ascolto che sia volto al coinvolgimento delle varie realtà operanti, non allo scopo prettamente informativo, quanto a quello realmente programmatico e decisionale.

Ancora mons. Renna: "Essere uomini sinodali ci rende prima di tutto uomini di attenzione, capaci di accorgerci dell'altro, di interessarci della sua vita, della sua storia, della sua persona come destinataria dell'annuncio della Parola che salva. Questa azione, dunque, diviene radice del sensus fidei e propedeutica per lo svilupparsi del sensus fidei fidelium".

Dopo la relazione del vescovo Renna i presbiteri e i diaconi, ristorati da un buon break-caffè, si sono divisi in gruppi di studio per cercare di declinare in proposte concrete per l'agire del presbiterio e delle comunità parrocchiali gli spunti di una intensa e fruttuosa mattinata di lavoro.

 

 

 

Forum Famiglie Puglia