0
0
0
s2sdefault

Era trascorso ormai mezzo secolo da quando il grande canonista, mons. Gennaro Trama, primo presule leccese del XX secolo, con la sua improvvisa scomparsa aveva interrotto l’ancora incipiente processo di canonizzazione “in quo ipsemet agebat personam iudicis”.

 

 

 

Nel quale, il secondo suo successore, mons. Francesco Minerva, “nihil antiquius exstimare putabat quam ipse processus resumeretur”. Così come si legge nel testo del classico decreto latino di riassunzione, redatto dal francescano Leonardo Putignani, ex alunno dell’Antonianum che ora fa bella mostra di sé sul rettifilo romano di via Merulana.

E tanti altri anni ancora dovettero trascorrere perché un secondo decreto, stavolta pontificio, autorizzasse la traslazione dei suoi resti mortali dal cimitero comunale alla chiesa sua parrocchiale del Sacro cuore a viale Gallipoli. In vista della sua ormai imminente dichiarazione di “venerabilità”. Quando il presule emerito, uno dei sei non porporati facenti parte della Congregazione dei santi riscosse gli applausi fragorosi dei non molti presenti leggendo il documento che ratificava il titolo giuridico che moltissimi cittadini leccesi le avevano subito riservato chiamandola la beata di via Maglie.

Purtroppo nemmeno stavolta questo titolo era divenuto efficace, mancando il riconoscimento del miracolo avvenuto per sua intercessione, che di fatto si era a lei attribuito.

Tanto si era venuto a conoscere dal defunto arcivescovo mons. Cosmo Francesco Ruppi, alla viglia del suo congedo dalla Chiesa di Lecce, dimissionario per raggiunti limiti d’età.

Questo glorioso centenario della morte celebrato dall’arcivescovo Michele Seccia venerdì della scorsa settimana nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore in Lecce, dove la Venerabile è sepolta, gremito di devoti suoi ammiratori sarà veramente auspicale?

 

Forum Famiglie Puglia