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Sessantacinque anni fa, dal 29 aprile al 6 maggio del 1956 Lecce visse uno degli eventi più significativi della sua storia cittadina: il XV Congresso Nazionale Eucaristico, dal tema: L’Eucaristia, sacramento di unità e vincolo di carità.

 

 

 

Mai Lecce ospitò un così gran numero di prelati e fedeli, provenienti da tutta Italia per onorare l’eucaristia. Inoltre, Lecce fu la prima città del Mezzogiorno a ospitare un Congresso nazionale di tale portata.

A 65 anni dallo straordinario evento, è giusto far memoria delle tappe essenziali che lo caratterizzarono.

L’appuntamento religioso fu preparato dal vescovo Francesco Minerva, in ogni dettaglio, fin dal giorno in cui ufficialmente si seppe che la capitale del barocco era stata prescelta a sede del XV Congresso Eucaristico Nazionale: il 25 gennaio del 1954. Il presule leccese mobilitò uomini di governo e responsabili dei movimenti cattolici e, in una accorata lettera del 19 marzo del 1955, scrisse: “è giunta l’ora, diletti figli, di chiamare voi tutti, clero e fedeli, ad una mobilitazione generale per la degna preparazione al grandioso avvenimento, che per la prima volta troverà sede nell’Italia meridionale”.

Il presule volle che ogni aspetto venisse curato e invitò ogni cattolico alla cura esteriore della città e dei paesi limitrofi, addobbando abitazioni ed edifici, vie e piazze cittadine. Tutto si doveva presentare in modo decoroso, ordinato, pulito. Minerva raccomandava, inoltre, di vivere pienamente il servizio dell’ospitalità e chiedeva a ogni famiglia di ricevere i pellegrini che avessero necessità di sostare in città. Il vescovo chiamava a raccolta tutti e apriva il seminario e i conventi e per lo straordinario evento si riuscirono a racimolare ben 20mila posti letto. La città diveniva frattanto un cantiere aperto e, con la collaborazione del comune, si individuò il luogo dove si doveva svolgere. L’architetto Barletti ideò la “Piazza del Congresso” (l’attuale Piazza Mazzini) che doveva contenere almeno 300 mila pellegrini. Così, sorse la Piazza dei 300mila, dove si svolsero i grandi eventi del Congresso. In ferro, fu elevata una grande croce che sormontava la nuova piazza, mentre fu predisposto un maestoso palco, atto allo svolgimento delle sacre funzioni.

Se grande fu il fermento per l’accoglienza del Congresso, non meno rilevante fu la preparazione spirituale voluta del pastore leccese, il quale celebrò solennemente l’intero anno di preparazione al Congresso Eucaristico, con una serie di cerimonie, convegni, atti di omaggio e preghiera che coinvolsero tutte le le parrocchie della diocesi, a cui si associarono sacerdoti e fedeli dell’intero Salento. L’inizio dell’Anno eucaristico fu grandioso: il 19 maggio del 1955, festa dell’Ascensione del Signore, la processione eucaristica partita dalla cattedrale giungeva in Piazza Sant’Oronzo, dove il Santissimo Sacramento fu posto alla pubblica adorazione all’interno dell’Anfiteatro Romano, addobbato a festa. L’atto liturgico fu trasmesso dalla Rai e si concluse con la preghiera che Pio XII compose per la circostanza. Ben 70mila fedeli gremirono la piazza principale della città, mentre le migliori bande del Salento suonavano gli inni eucaristici.

La settimana congressuale fu un tripudio e Lecce fu giustamente definita “Città Altare”. Ogni giornata era ben caratterizzata. Si iniziava sabato 28 aprile 1956 con la Vigilia della Grande Settimana, che prevedeva la peregrinazione del Santissimo Sacramento da Squinzano a Lecce, dove, nella Basilica di Santa Croce si dava inizio all’Esposizione del Sacramento che, con turni ininterrotti di adorazione, venne omaggiato per tutto il tempo del Congresso.

Il giorno successivo, fu organizzata la processione della Madonna di Leuca, definita la prima pellegrina verso l’Eucaristia. Lunedì 30 aprile arrivava il Cardinale Legato del Santo Padre per il Congresso, il card. Marcello Mimmi, arcivescovo di Napoli, a cui spettò il compito di presiedere la prima processione eucaristica per le vie della città. Per ogni giorno della settimana, vennero a susseguirsi le diverse giornate: si iniziava da quella delle religiose e dello studente, per proseguire con quelle del lavoratore, dell’Innocenza (con la prima comunione dei fanciulli), dell’Oriente cristiano (che vide la partecipazione del Patriarca di Cilicia degli Armeni, card. Krikor Bedros Aghagianian), della gioventù e della sofferenza, della donna e, infine, la Giornata trionfale di domenica 6 maggio, in cui il Cardinale Legato presiedette la solenne processione eucaristica della sera che terminò tra un tripudio di 300mila fedeli nella Piazza del Congresso con l’Atto di consacrazione all’Eucaristia, la benedizione del Santissimo Sacramento e il radiomessaggio del Santo Padre Pio XII.

Dinanzi a tanta preparazione e così grande entusiasmo e fervore, che caratterizzò l’evento, basti ricordare le commoventi parole pronunciate, durante il Congresso, dal patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII, il quale rimase così abbagliato dal capoluogo del Salento da esclamare: “Conosco Lecce dal 1922: bella città, ricca di antica storia, splendente di magnifiche chiese, ornata da una decorazione barocca tutta sua, caratteristica, come un ricamo di pietra grazioso e fine. Lecce, l’Atene delle Puglie. Oh come la rivedo oggi, dopo 34 anni, arrivandovi dall’incanto della laguna veneta…Oh quale la ritrovo in questo sacro tripudio di festa e gloria eucaristica. Ripenso alla descrizione scintillante dell’Apocalisse: “Vidi le porte della Città posta ad Oriente: e i nomi degli Apostoli e dell’Agnello, scritti su di essa. E sulle sue mura vidi la custodia degli Angeli e un cielo nuovo, una terra nuova, una città nuova, che discende dal Cielo”.

 Così Lecce diveniva trono ed altare dell’Eucaristia e il suo ricordo vive nella memoria della sua Chiesa, per essere nuova fonte di luce e ispirazione evangelizzatrice.

I protagonisti del Congresso nella ricostruzione di Arturo Caprioli.

 

 

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