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Don Pierino, fratello a me caro, sono certo che stai vivendo nella preghiera che contempla, ascolta e invoca misericordia, questi giorni che ti separano dalla solenne celebrazione che ti vedrà sull’altare accanto al tuo arcivescovo Michele, con i tuoi fratelli sacerdoti, la tua comunità, i tanti tuoi amici, nel giorno anniversario della tua ordinazione presbiterale.

 

 

Il Signore ti ha scelto, ti ha voluto suo servo, ti ha reso partecipe della ricchezza unica del suo sacerdozio non per i tuoi meriti ma perché ti ha amato e ti ha invitato a seguirlo per stare con lui e per inviarti a portare la sua parola e donare la sua grazia ai fratelli.

Di sicuro, in questi giorni, nella preghiera che rilegge il lungo arco di vita sacerdotale, ripeti: Gesù Signore, abbi pietà di me peccatore e: che cosa, Signore, potrò ancora donarti per tutto quello che mi hai dato? E col Salmista ridirai: “alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore “, confessando, come hai scritto: ‘la pochezza ha incontrato il cuore di Dio’.

Ci sarò anch’io per unirmi al tuo rendimento di grazie e lodare il Signore perché mi ha fatto dono della tua fraternità , della tua disponibile obbedienza, della tua generosa e intelligente collaborazione, del tuo essermi costantemente accanto nel condividere la passione e il servizio alla Santa Chiesa di Lecce in modo particolare negli anni in cui ti ho voluto al mio fianco come mio primo collaboratore nell’ufficio e nella responsabilità di vicario generale.

Da tre anni vivo il mio nuovo servizio, quello delle braccia alzate, per i tanti che il Signore mi ha fatto incontrare nel mio itinerante servizio episcopale.

Puoi ben immaginare che il ricordo dell’ultima Chiesa che ho servito è più vivo, non è sfocato, conserva ancora intatti anche i contorni e i particolari di voci e volti.

Di te conservo la concorde fraternità che ci ha legato, il servizio comune e generoso alla nostra Chiesa di Lecce, i tanti tuoi ‘sogni’ per  una Chiesa in cammino sulle strade dell’uomo, la  ricchezza e profondità della tua vita sacerdotale, la passione per l’annunzio del Regno, la cura e l’educazione dei laici  per una piena corresponsabilità, l’impegno per lo studio e l’amore alla Parola con cui da sempre dialoghi su un terreno sicuro con la tua comunità che ora è attratta dal sapere Verbum  (gustare la Parola). Non è da meno la tua particolare attenzione nell’accogliere i molti che avevano e hanno bisogno di essere sostenuti nell’itinerario penitenziale della conversione e del progresso nella vita spirituale.

Continua a condividere e a stare con i fratelli, fermati davanti al Signore per portare a Lui le gioie e i dolori, le angosce e le speranze dei fratelli, ritorna al tuo quotidiano  e porta le ricchezze che la contemplazione del mistero, che come il profeta Elia, si manifesta anche a te “non nella tempesta impetuosa o nel fuoco divorante, ma nel mormorio di un vento leggero o meglio in un filo di silenzio sonoro’, come ha detto Papa Francesco qualche settimana fa nell’udienza del mercoledì.

Sono certo che in questi giorni dilaterai lo spazio del tuo sorriso ai molti, tanti, che vengono a cercarti per dirti il loro affetto, la loro gratitudine, il loro rimanerti accanto per proseguire con te il cammino sul sentiero della via santa.

Caro don Pierino accogli il mio grazie, il mio abbraccio, la mia benedizione.

                                                                                                                                                                                                                   *arcivescovo emerito di Lecce

 

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