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Durante la celebrazione che si è tenuta nella serata di ieri a Carmiano, presso la chiesa parrocchiale “Maria Santissima Assunta”, l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, ha consegnato a tutti i parroci della vicaria di Monteroni gli oli che, a fine lockdown, erano stati benedetti la vigilia di Pentecoste in Cattedrale.

 

 

Nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, presenti oltre ai parroci, le delegazioni parrocchiali che hanno accolto e animato la celebrazione con il canto. La consegna realizzata in questo modo alternativo e dai tratti più sentiti nei fedeli, è stato un gesto di grande attenzione verso le comunità parrocchiali che, a causa delle limitazioni alla partecipazione dell’Eucaristia - per il contenimento del contagio del Covid 19 -, non hanno potuto prendere parte alla celebrazione del 30 maggio scorso.

“Celebriamo questo oggi - ha aperto così l’omelia Seccia - ciò che risuona nelle parole del vangelo, celebriamolo con fede, riscoprendo l’attualità di questo tempo di Dio che per l’uomo si realizza ogni volta che la Parola ci incontra nelle esperienze di vita, di fede, di famiglia di Dio, di comunione e di comunità che cammina nel tempo”.

 

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Il pastore, poi, non ha mancato di spiegare l’importanza degli oli che si utilizzano nei sacramenti del battesimo, della cresima e dell’unzione degli infermi. “Pensate un po': mentre l’acqua ci scivola addosso, l’olio ci impregna nella nostra fede. Ecco il segno della consacrazione, il sigillo che Dio pone affinché i suoi figli sentano sulla propria pelle, di essere stati scelti, pensati, voluti, chiamati sin dalla nascita alla vita, per essere e ricevere un’identità, entrando nella storia in cui Dio è perennemente presente. Un’identità da riscoprire e non da dimenticare che non significa essere figli di Dio con lo stampo come una carta bollata.” Ecco, allora, il significato dell’olio. “Ricordo quando fui ordinato vescovo l’olio che mi colava dalla testa! In particolare il sacro Crisma, ci permette di conservarne per un po’ di tempo il profumo. La nostra testimonianza non è, dunque, una testimonianza statica ma è una testimonianza di fede che profuma, che porta ai fratelli l’odore del Cristo, l’odore dell’annuncio, l’odore dell’ardore nella nostra fede e nella nostra vita”.

 

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“Ci ricorda - ha concluso - che non si rinasce dall’acqua, ma dallo Spirito e che la vita è il profumo dello Spirito Santo ecco poi l’olio dell’infermi: serve a pregare per gli ammalati affinché il Signore gli ridoni la vita e il vigore di un amore che non ci abbandona mai. L’amore del Padre Nostro, come ci insegna Gesù, non mio, tuo ma Padre nostro che non fa distinzione, che non ci abbandona alla tentazione, ma che continua sempre ad accoglierci.”

 

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Al termine della solenne concelebrazione l’arcivescovo ha consegnato quindi personalmente ai parroci delle comunità della vicaria i tre oli utilizzati per i sacramenti: il Crisma per la celebrazione del Battesimo, della Cresima e delle Ordinazioni sacerdotali ed episcopali; l’olio dei catecumeni usato nel Battesimo; e l’olio per l’Unzione degli infermi.

 

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