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Nella serata di ieri, mercoledì 10 giugno, mons. Michele Seccia si è recato a Squinzano per la concelebrazione eucaristica volta alla consegna degli oli alle parrocchie della vicaria.

 

 

La cerimonia si svolta nella chiesa parrocchiale di Maria Regina alla presenza di circa trenta fra sacerdoti e diaconi. Per il vescovo era la prima visita a Squinzano dalla fine del lockdown ed è stato accolto da una chiesa piena di fedeli, per quanto possibile nel rispetto delle norme di distanziamento sociale. Mons. Seccia, durante l’omelia, non ha mancato di spiegare l’importanza degli oli che si utilizzano nei sacramenti del battesimo, della cresima e dell’unzione degli infermi. Gli oli ci accompagnano per tutta la nostra vista che dal loro utilizzo ne è segnata.

 

V 1 103161155 290707252317837 5175277385709548841 oV 2 103410726 290707342317828 5278976725809588940 o

 

“Nel battesimo - spiega il vescovo - l’acqua ci scivola addosso, ci pulisce, l’olio invece entra nei pori della nostra pelle e questo ci permette di conservarne per un po’ di tempo il profumo. Il crisma è chiamato così sia perché indica proprio il segno, sia perché permea completamente l’identità della persona. Ai ragazzi che fanno la cresima bisogna spiegare il valore del crisma.

 

V 3 103162960 290707302317832 100467551877885633 oV 5 103459451 290707245651171 8868723685429991550 o

 

Da quando sono vescovo ho sempre evitato di far asciugare subito la fronte, perché il ragazzo deve sentirsi il crisma addosso. C’è poi l’unzione degli infermi che serve a pregare per gli ammalati affinché il Signore gli ridoni la vita. C’è anche l’estrema unzione certo, ma non bisogna fare confusione, questa si applica quando la malattia è in uno stato troppo avanzato e diventa un accompagnamento verso l’ultima meta”.

 

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