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Sono veramente felice di poter esprimere attraverso il quotidiano diocesano i miei auguri al carissimo don Giancarlo per il 50° anniversario del suo sacerdozio.

 

 

Conosco don Giancarlo da 48 anni, da quando, nel lontano ottobre del 1972, a soli dieci anni, entrai nel nostro amato seminario vescovile. Erano tempi sicuramente diversi da quelli di oggi. La serietà, il rigore nella formazione, la disciplina (per la quale si riceveva addirittura un voto mensile da parte dei superiori!) erano… pane quotidiano.

Erano i tempi delle figure austere del vescovo Minerva, del rettore mons. Giuseppe Renna, al quale ogni sera bisognava rispettosamente baciare la mano prima di andare a letto negli sconfinati dormitori.

Erano altri tempi. Tempi che, paragonati ai percorsi formativi di oggi, più volte ho definito con un sorriso - amando la Sacra Scrittura - quelli dell’Antico Testamento. Ebbene, in un contesto di tale severità una figura, espressione di giovinezza e freschezza sacerdotale era quella del vicerettore, don Giancarlo, divenuto presbitero appena un anno e mezzo prima. Per noi ragazzi era un punto di riferimento, un modello da imitare per la sua gioia di essere prete e perché, lo ricordo molto bene, senza svendere la serietà dell’impegno formativo si dimostrava sempre comprensivo, pronto ad ascoltarci e a donarci i suoi preziosi consigli al momento giusto. Da non dimenticare, poi, cosa molto rara a quei tempi, la sua capacità di entrare in dialogo e confidenza con le nostre famiglie.

Un episodio rimane indelebile nella mia memoria. Ero in prima media, bambino di dieci anni. Un giorno mi ammalai e venni, così si faceva a quei tempi per evitare il contagio, “confinato” in infermeria, che si trovava proprio di fronte alla stanza di don Giancarlo. Di notte, in preda a una febbre altissima, da solo, impaurito, mi alzai e andai a bussare alla porta di don Giancarlo, chiedendo aiuto. Lui, con tanta pazienza si alzò, mi riaccompagnò a letto e mi rimase accanto fino a quando non mi riaddormentai. Fu quello il momento in cui scoprì il don Giancarlo padre, preoccupato per la mia salute, che con il passare degli anni si è trasformato in fratello maggiore e amico e, non privandomi mai dei suoi apprezzati consigli, mi ha fatto dono della sua presenza nei giorni importanti della mia vita presbiterale, da quello dell’ordinazione nel 1986 al più recente, quello del mio insediamento come parroco a Santa Lucia nel settembre scorso. 

Auguri caro don Giancarlo! Il Signore ti ricolmi sempre dei suoi doni e della sua benedizione per continuare ad essere ancora punto di riferimento per il nostro presbiterio con la tua inossidabile giovinezza e la tua gioia di essere prete con lo stesso entusiasmo di quel 17 maggio di 50 anni fa. 

                                                                                                                                                                                                                 *vicario episcopale per il clero

 

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