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Il virus in Moldavia non si è fatto attendere, giunto purtroppo con il rientro dall’Italia di alcuni migranti, i quali per timore hanno lasciato frettolosamente il paese.

 

 

Il Governo moldavo è consapevole di non essere nelle condizioni di poter affrontare una epidemia di massa, per cui ha già messo in atto forti misure di chiusura, controllo e prevenzione, chiedendo la collaborazione degli organismi religiosi, tra i quali la Chiesa cattolica.

Il vescovo di Chisinau ha trasmesso chiare disposizioni per la tutela dei fedeli ed anche l’ordine interno degli ambienti e dei servizi liturgici, oltre ad invitare alla preghiera. Tre espressioni fondamentali: fiducia, saggezza e fede.

La Moldavia attualmente è isolata, perché sono stati eliminati tutti i voli di collegamento con l’Europa ed in particolare con l’Italia, oltre alla chiusura delle frontiere di terra per gli stranieri. Le scuole sono state chiuse e vietate tutte le forme di aggregazione. Si stanno prendendo altri provvedimenti drastici, invitando la popolazione a ridurre gli spostamenti.

Don Massimiliano Mazzotta si sta dedicando ai ragazzi della casa famiglia, assicurando una presenza formativa costante, dal momento che le scuole sono chiuse.

Don Cesare Lodeserto, invece, segue le altre realtà ed in particolare le due mense per i poveri, che sono in questo momento le situazioni più esposte al contagio. “Non possiamo lasciare senza cibo e speranza i nostri poveri. Resisteremo finché sarò possibile ed avremo provvidenza”, ha detto don Cesare.

È prevista una Pasqua diversa e soprattutto con limitazioni molto forti, per cui i parroci stanno lavorando molto per dare messaggi di speranza e soprattutto vicinanza.

 

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